Club 2000m

Club Collezionisti Cime dell'Appennino

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Redazione Club2000m

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Un montanaro si racconta…

di Giorgio Carrozzini Gruppo Escursionistico Aria Sottile
La presentazione presente nel tuo sito è molto spartana e questo è indice di grande umiltà, non sei mica come me che te la canti e te la suoni a gran voce come se avessi fatto chi sa che cosa... Io avrei da imparare in tal senso... Sei veramente così come appari nel sito? Parlaci di te...

Penso di essere come tutti i comuni mortali (forse fisicamente e tecnicamente inferiore a tanti), con la passione dell' escursionismo, spinto sempre dalla curiosità di vedere di persona cosa c'è al di la di un valico, o al di là di una cima di una montagna. Ho sempre avuto questa curiosità, da piccolo vivendo ai piedi del Vesuvio, dove sono nato, osservavo quella enorme montagna (nei primi anni di vita tutto quello che si osserva sembra enorme) e avevo il desiderio di salire sulla vetta e osservare da lì il panorama ma non sapevo come realizzare questo sogno, oltretutto essendo abbastanza introverso ogni desiderio, voglia e altro me lo tenevo dentro di me.
Poi mio padre è stato trasferito in Sardegna (con tutta la famiglia al seguito), in un paesino di poche centinaia di abitanti al centro dell' isola e anche lì c' erano montagne all' infinito dall' apparenza inaccessibili e il desiderio di esplorazione dentro di me era sempre più forte. Nel pomeriggio dopo la scuola e nelle giornate d' estate il miglior modo per passare il tempo era di unirmi ad alcuni miei compagni che andavano a pascolare le pecore e quelle sono state le mie prime esperienze di "escursionismo" si andava in posti inimmaginabili, bellissimi e accessibili a pochi. Dalla Sardegna ritornati nuovamente nel Continente siamo finiti nel bel paese di Cittaducale e a Rieti ho frequentato le scuole medie superiori.
La prima volta che sono arrivato al paese, meglio, ancora prima di mettere piede nel paese la prima cosa che ho notato dalla S.S. Salaria sono stati gli enormi "mammelloni" montagnosi del Gruppo del Nuria.
Dalla finestra di casa, guardando questa montagna trasformarsi con il cambio delle stagioni ne rimanevo sempre più affascinato e il desiderio di raggiungerla era sempre più forte, ma non sapevo come fare, non conoscevo i sentieri, non conoscevo nessuna organizzazione escursionistica a cui iscrivermi…..ero proprio " ignorante " e non ero autonomo negli spostamenti non avendo auto. L' idea, quindi, di curiosare al di là delle montagne, inconsciamente, l' avevo messa da parte. A 25 anni insieme a mia moglie abbiamo iniziato a sciare (ho imparato da solo e anche se ho battuto tutte le piste del Terminillo, compreso i fuori pista come la Valle dell' Inferno e quella degli Angeli, tecnicamente sono molto, molto scarso).
La svolta l' ho avuta verso la fine degli anni ottanta quando nel bar-edicola del mio paese il mio sguardo si è posato su una piccola guida di una casa editrice di un paese vicino Roma, da allora ho iniziato a "volare", certo ho iniziato tardi (all' età di 35 anni) ma non mi sono fermato più e spero, con l' aiuto del Signore, di continuare ancora per tantissimo tempo.
Vedo per altro che hai fatto più di mille escursioni, complimenti davvero, ci vuole tempo per realizzare tante uscite. Se io uscissi tutte le domeniche non potrei farne più di 56 all'anno... Immagino che vai spesso in montagna, vero? Come fai ...?
Di media faccio due allenamenti sulle montagne sopra Cittaducale e un' escursione a settimana. L' escursione quasi sempre, il 99%, la faccio il sabato, qualche volta, se le condizioni meteorologiche lo consentono, mi prendo un giorno di ferie e esco anche a metà settimana, (sacrificando un allenamento), altre volte, perché impegnato in altre faccende, non riesco ad allenarmi ma il sabato vado lo stesso, diventa tutto più faticoso ma il "richiamo" è sempre forte.
Il frutto di tutte quelle uscite sono le tue ben 176 vette raggiunte fino ad oggi... vette maggiori e minori di tutto l'Appennino. Forse anche vette poco considerate ma di una bellezza che... solo i veri amanti della montagna conoscono... Quanta fatica vero? Ma quanta e quanta soddisfazione ogni volta?
Si, il frutto sono proprio le 176 vette raggiunte ma non solo quelle.
I gruppi montuosi li ho percorsi in lungo e in largo, le montagne le ho salite da quasi tutti i versanti e non mi sono accontentato di salire solo quelle oltre i 2000m, ho battuto a tappeto anche i gruppi minori, montagne che non superano i 1300m di altezza come, per esempio, i monti Sabini. La fatica è sempre tanta, la settimana la passo a pianificare l' escursione, a pensare dove andare, il tempo come sarà, scegliere più itinerari in modo da non rimanere spiazzato il giorno della partenza, se le condizioni meteorologiche sono buone si fa l' escursione su montagne alte e che richiedono dalle due alle tre ore di avvicinamento in auto, se il tempo non è ideale allora si sceglie un itinerario su montagne più vicine e basse.
Lo zaino lo preparo il giorno prima, devo rimanere concentrato per non dimenticare nulla, la mattina seguente la partenza è quasi sempre non oltre le 6.00, il viaggio in auto non è stressante ( per me ), il pensiero rimane sempre alla montagna da scalare, raggiunta la base di partenza non sento nessuna fatica delle tre ore di auto già fatte, l' eccitazione di raggiungere la vetta nasconde tutto e così è fino a quando si è in cima.
La vera fatica si fa sentire quando ormai sono appagato, soddisfatto di quello che ho fatto, e arriva poco prima di ritornare all' auto ma, durante il ritorno a casa già penso a quale potrà essere la meta successiva. Ogni escursione che faccio è sempre più bella e appagante della precedente, la soddisfazione di essere arrivato sulla vetta è indescrivibile, anche se la vetta non supera i 1000 metri di altezza.
E l'idea del Club 2000, bello mi piace anche se sappiamo entrambe che non rende il giusto merito a tutte le numerose escursioni che facciamo sulle vette dell'Appennino... che dici?
L' idea del 
Club 2000m è originale e mi piace moltissimo, certo, qualcuno potrebbe dire che è stato "scopiazzato" da quello dei 4000m ma, stiamo parlando di un altro pianeta frequentato per la maggior parte da professionisti e non ha nulla a che fare con il nostro Club. Secondo me nessuna classifica (di qualsiasi sport o altro) non rende mai il giusto merito. L' intendo del Club è quello di unire più escursionisti possibili per potersi scambiare informazioni, impressioni, per non tenere solo per se stessi quello che si è fatto ma rendere partecipi anche gli altri. Che senso ha, fare una grande fatica, una salita, per esempio sul Corno Grande e poi tenersela solo per se, non raccontarla agli amici, parenti, conoscenti in modo da invogliarli a fare la stessa cosa che hai fatto tu? Io la massima " soddisfazione" la provo solo quando incontro persone che sono saliti sulle stesse montagne e ci scambiamo quattro chiacchiere esternando tutta la soddisfazione, la bellezza del percorso e, perché no, parlare anche della grande fatica messa in gioco. Sulla classifica devo ancora dire che la volevo in ordine alfabetico di cognome (allora sarei rimasto in testa solo perché il mio cognome inizia con la lettera A) ma i miei due amici a cui va il merito dell' idea del Club e cioè Claudio Carusi e Livio Rolle ci hanno voluto mettere un minimo di competitività, ben venga anche questa, vorrà dire che ci impegneremo a cambiare spesso le montagne da raggiungere e non fare, come qualcuno fa, eternamente le stesso gruppo di montagne….come un mulo.
Insomma la montagna non è un posto comodo, in alcuni momenti può riservare anche una certa durezza. Ma la domanda te la devo fare... come mai hai cominciato a frequentare la montagna? E se posso chiedertelo... che senso ha tutto questo?
Questa domanda trova la soluzione già nelle risposte precedenti, comunque la montagna penso di avercela nel DNA, mi sono trovato a vivere nell' Appennino e allora ho dedicato tutto il mio tempo libero a questo ma, sicuramente, se vivevo a ridosso delle Alpi avrei dedicato lo stesso tempo a quelle grandi montagne. Per me andare in montagna è un hobby come può essere per un cacciatore andare a caccia, un pescatore andare a pesca e, uno che ha l' orto andare a zappare la terra. La differenza sostanziale e che io esco sperando di rimanere soddisfatto della meta da raggiungere senza avere nessun ritorno economico, mentre il cacciatore, il pescatore, il cercatore di funghi, quello che ha l' orto, ecc..ecc…pratica quel passatempo solo sperando di rifarsi dei soldi che ha speso...
Vedo che tuo fratello ti ha incitato alla costruzione del sito, questo mi fa capire che sei stato sostenuto dalla famiglia in questa tua passione, vero?
La famiglia è sempre stata una "nota" positiva in questa mia passione. Da parte loro mi è sempre stato trasmesso entusiasmo e a volte mi hanno incitato a "uscire" anche quando non ne avevo voglia.
E gli amici? Cosa pensano della tua passione? Qualcuno ti ha seguito nelle tue avventure?

Gli amici sono contenti e entusiasti della mia passione, quando li incontro ascoltano sempre volentieri e con attenzione i racconti delle mie escursioni, qualcuno non concepisce l'andare in montagna senza uno scopo che può essere la ricerca di funghi, asparagi, e altro e rimane, da un lato sconcertato e dall' altro meravigliato che io possa andare in montagna solo per il gusto di salire su una cima. Mi hanno seguito in tanti ma, ahimè, chi per un motivo chi per un altro li ho persi tutti. C'è da dire che non tutti sono disponibili a seguirmi per un' intera giornata, alzarsi presto la mattina e per giunta di un giorno non festivo (come ho risposto in una domanda precedente raramente esco di domenica). Altri amici li ho abbandonati volontariamente perché nelle gite, lunghe e dure, la loro presenza era solo di sconforto, non facevano altro che lamentarsi sia delle lunghe " tradotte con l' auto " che delle escursioni vere e proprie. Altri ancora non li ho più portati perché, nonostante aver pianificato la gita e avergli detto di presentarsi la mattina con le borracce piene di acqua arrivavano sempre senza costringendomi poi a cercare una fonte nel paese più vicino alla base di partenza perdendo così tantissimo tempo, oppure non facevano colazione a casa e dovevano fermarsi a un bar, altri se, lungo l' escursione, incontravano funghi ne facevano l' obiettivo primario e altri ancora, durante la gita se il tempo cambiava e si metteva a piovere diventavano "ingovernabili" … "impazzivano" (tutti a me sono capitati) e rinunciavano alla meta tornando sui loro passi correndo a più non posso (cosa che detesto) con il rischio, e qualche volta è successo, di perdere il sentiero. A un certo punto sono arrivato alla conclusione che è meglio andare soli che male accompagnati e di solito, anche se a malincuore, così faccio.
Poi, nel tuo sito vedo che hai fatto un bello studio sui Cippi di Confine. Credo di non aver mai visto una altro lavoro di questo genere. Se fossi stato io ad incontrare i cippi di confine sarei rimasto con le domande senza risposta, invece tu hai osato posare lo sguardo (e la mente) la dove pigrizia ed ignoranza di molti non osa andare. Come è nata questa cosa?
Le mie prime escursioni le ho fatte sui monti Reatini; percorrendo questi sentieri, mi sono imbattuto per la prima volta in una grossa pietra circolare con il basamento quadrato e sono rimasto meravigliato da quella visione. Camminando in altri sentieri, sempre sui monti Reatini, ne ho incontrati diversi ed osservandoli attentamente, mi sono accorto che ciascuno portava un numero differente; da quel momento è nata questa passione perché ho capito che seguendo una certa linea avrei avuto la possibilità di trovarne altri con numero crescente o decrescente a seconda del senso.
In fine vedo ... quante foto... quante quante. Quante. Lo sappiamo io e te che di foto ne facciamo molte. Davvero cosa speriamo di portarci a casa? Ci riusciamo davvero oppure quello che viviamo in montagna ci rimane solo dentro?
Di foto stampate ne ho veramente tantissime, tutte catalogate e divise per gruppi montuosi. Ognuna porta la data e la descrizione dettagliata dell'immagine (veramente un lavorone). Quando sono passato al digitale le immagini sono aumentate, anche qui, ognuna ha la descrizione particolareggiata. Ogni piccolo attimo vissuto in montagna mi rimane dentro; guardando le foto mi accorgo del tempo che, purtroppo, passa inesorabile e riesco ad avere, per un istante, le stesse sensazioni avute durante quelle passeggiate.

Il sito di Giuseppe Albrizio è: Le mie Passeggiate di Giuseppe Albrizio

Martedì, 23 Maggio 2017 13:31

Intervista a Giuseppe Albrizio di DanglaWild

Intervista a Giuseppe Albrizio, 

fondatore del sito “Le Mie Passeggiate” e

del Club2000m

Pubblicato da  Danilo Giagnoli in DanglaWild il  11 aprile 2016

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Se avete cercato almeno una volta informazioni su un itinerario escursionistico in appennino, molto probabilmente vi sarete imbattuti sul sito Le Mie Passeggiate, un portale di preziosa importanza, creato e gestito da Giuseppe Albrizio, una figura assolutamente da rispettare e seguire considerando la sua grande personalità e conoscenza del nostro amato appennino.

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Ogni “montanaro” matura la propria esperienza escursionistica in diversi modi, personalmente ho iniziato ad esplorare la natura intorno a me proprio seguendo le relazioni e consigli di Giuseppe Albrizio, un vero punto di riferimento per cui nutro molto rispetto e ammirazione.

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Giuseppe Albrizio, una grande figura e simbolo per molti appassionati escursionisti e non solo, chi è Giuseppe Albrizio e quando nasce la sua passione per la montagna?

Penso di essere un comune mortale, o forse fisicamente e tecnicamente inferiore a tanti. Ho una grande passione per l’escursionismo e sono sempre stato spinto dalla curiosità di vedere di persona cosa ci fosse al di là di un valico, della cima di una montagna e dell’orizzonte.

Fin da piccolo, quando vivevo ai piedi del Vesuvio, osservavo quella enorme montagna: nei primi anni di vita, tutto quello che si osserva sembra enorme. Avevo il grande desiderio di salire sulla sua vetta per osservare il panorama, ma non sapevo come realizzare questo sogno; oltretutto essendo abbastanza introverso, ogni desiderio, voglia ed altro, lo tenevo dentro di me.

Dalla Sardegna, ritornato nuovamente nel Continente, sono finito nel bel paese di Cittaducale ed a Rieti ho frequentato le scuole medie superiori. 
Appena arrivato, o meglio, ancor prima di metter piede nel borgo, ho subito notato dalla S.S. Salaria gli enormi “mammelloni” montagnosi del Gruppo del Nuria. 
Negli anni successivi, guardando dalla finestra di casa questa montagna trasformarsi con le stagioni, ne rimanevo sempre più affascinato: il desiderio di raggiungerla era sempre più forte, ma non sapevo come fare, non conoscevo i sentieri, non conoscevo nessuna organizzazione escursionistica a cui iscrivermi… ero proprio “ignorante”, nonché non autonomo negli spostamenti non possedendo un’auto. Avevo quindi messo inconsciamente da parte l’idea di curiosare al di là delle montagne.

La svolta l’ ho avuta verso la fine degli anni ottanta, quando nel bar-edicola del mio paese posai lo sguardo su una piccola guida di una casa editrice di un paese vicino Roma: da allora ho iniziato a “volare”! Certo, ho iniziato tardi (all’età di 35 anni), ma non mi sono fermato più e spero, con l’aiuto del Signore, di continuare ancora per tantissimo tempo.

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Il tuo sito lemiepasseggiate.it vanta numerose visite ed è ormai un punto di riferimento per moltissimi escursionisti del centro Italia e non solo, cosa ti ha spinto a pubblicare questa utile risorsa e quali sono gli obiettivi futuri?

Dopo aver effettuato più di tremila escursioni sull’Appennino ed aver salito più volte da tutti i versanti la maggior parte dei monti, sentivo dentro di me che ancora mancava qualcosa.
Grazie anche alle idee di mio fratello, ho così capito che avevo il desiderio di condividere la mia passione con tutti, Alpinisti/Escursionisti e, soprattutto, con le persone impossibilitate per vari motivi; è nato dunque il sito 
lemiepasseggiate.it.

Volevo fare un’opera semplice e facilmente accessibile, mettere al servizio di tutti la mia esperienza e cercare di spingere gli appassionati a seguire le mie tracce; ripetendo alcune vie normali, non vi dico quanta soddisfazione ho avuto nell’incontrare escursionisti che avevano in mano la stampa della mia descrizione… tutt’ora accade, ed è sempre un gran piacere per me. L’obiettivo futuro è di migliorare sempre più il sito descrivendo nuovi itinerari.

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Tra i vari gruppi montuosi del nostro territorio, ce n’è uno che reputi più interessante o semplicemente che apprezzi di più per la sua bellezza o per i ricordi che ti ha donato? Qual’è stata la vetta più faticosa da raggiungere?

I gruppi montuosi del nostro Appennino sono tutti belli, non esiste una montagna migliore delle altre: tutte richiedono fatica, esperienza, volontà, passione e caparbietà per raggiungere la loro vetta. Spesso le montagne alte meno di mille metri sono più difficili di quelle molto più elevate perché oltre ad esser di sovente prive di sentiero, hanno il problema della vegetazione, molto fitta ed impenetrabile.

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Cippi di confine, una lunga e appassionante esperienza pubblicata anche su Montagne360 che ti ha visto personalmente coinvolto in questa avventurosa ricerca, cosa ti ha spinto a intraprendere questo cammino e cosa ti ha regalato?

Le mie prime escursioni furono sui monti Reatini; percorrendone i sentieri, mi sono imbattuto per la prima volta in una grossa pietra circolare con il basamento quadrato e rimasi meravigliato da quella visione.

Camminando in altri sentieri, sempre sui monti Reatini, ne ho successivamente incontrate diverse: osservandole attentamente, mi sono accorto che ciascuna portava un numero differente. Da quel momento è nata questa passione. Ho così capito che, seguendo una certa linea, avrei avuto la possibilità di trovarne altre con numero crescente o decrescente a seconda la direzione che prendevo.
Poi mi sono posto tantissime domande: chi aveva avuto l’idea di costruire quei pesantissimi cilindri? In che modo li avevano trasportati in quei posti? A cosa servivano? Pian piano sono venuto a capo di tutto ed ho avuto l’opportunità di conoscere anche tantissime persone appassionate (a cui sono ancora legato) che parallelamente a quanto stessi facendo, portavano avanti la medesima ricerca.

Il 2 luglio 2007, tre amici: Giuseppe Albrizio, Claudio Carusi e Livio Rolle costituiscono il club2000m, un lavoro lungo e complesso che è stato accolto da moltissimi appassionati della montagna e aspiranti tali, come nasce il club2000m e qual’è il suo obiettivo?

L’ idea del Club 2000m è originale e mi piace moltissimo. Certo, qualcuno potrebbe affermare che il Club è stato “scopiazzato” da quello dei 4000m. Stiamo invece parlando di un altro pianeta, frequentato per la maggior parte da professionisti: non ha nulla a che fare con il nostro Club.

Secondo me, nessuna classifica rende mai il giusto merito. L’ intento del Club è quello di unire più escursionisti possibili al fine di un reciproco scambio di informazioni ed impressioni: ciò per rendere partecipi anche gli altri delle proprie “conquiste”. Che senso ha fare una salita con grande fatica per poi tenerla solo per se? Perché non raccontarla invece ad amici, parenti, conoscenti in modo da invogliarli a fare la stessa cosa?

Venne ai miei due amici Claudio Carusi e Livio Rolle, l’idea di formare un Club dell’Appennino simile a quello dei 4000 metri delle Alpi. Cercando nel web un elenco dei 2000 m pubblicato “da chi sa chi”, incapparono nel mio sito dove esisteva già da tempo un elenco di montagne dell’Appennino superiore ai 2000 metri: fui contattato, e da lì nacque il Club.

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Prima di partire per una nuova escursione, come ti organizzi? Qual’è l’attrezzatura che reputi necessaria per poter affrontare una nuova ascesa?

La prima cosa è pianificare l’escursione, studiarla “a tavolino”, sapere dove e come raggiungere la base di partenza in modo da non perdere tempo sul posto. In questo modo riesco a fare escursioni molto distanti da casa senza utilizzare alberghi o altro. Naturalmente l’attrezzatura dipende dalla stagione. Nello zaino non manca mai una lampada frontale con batterie di ricambio, una scatola di fiammiferi, un cordino in fil di ferro utile se si hanno problemi con la suola delle scarpe. Materiale semplice, che potrebbe sembrar superfluo, invece di notevole importanza. Un piccolo imprevisto in un posto remoto o in condizioni ostili, può divenire un grande problema.

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Un consiglio per chi si avvicina ora alla montagna?

Essendo molto difficile trovare un compagno disposto a seguirti sempre, è molto importante trovare il coraggio di uscire in solitaria. Purtroppo ciò accade di frequente anche dopo aver pianificato una escursione in compagnia…
Se si è sempre soggetti ad altre persone, non si imparerà mai ad andare in montagna.

Ulteriore consiglio, è di tener traccia delle proprie uscite su di un “diario” cartaceo: ciò sia al fine di evitare ripetizioni di escursioni dimenticate, sia per una più rapida progettazione di nuove avventure nella medesima zona. In tutta sincerità, curo molto questo aspetto ed ho anche cercato di affiancare al “vecchio inchiostro”, un vero archivio multimediale: occorre molta pazienza, ma la successiva semplicità con cui reperire informazioni ben ripaga l’impegno profuso.

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Quali sono i prossimi obiettivi di Giuseppe Albrizio, a quando una tua pubblicazione editoriale?

Come detto sopra, preferisco curare ulteriormente il sito web più che fare una mia personale pubblicazione editoriale. In realtà una “pubblicazione” esiste già… Chiunque può stampare qualsiasi contenuto del sito lemiepasseggiate. Ciò equivale ad avere tantissimi libri di montagna dell’Appennino in maniera del tutto gratuita e suddivisi per gruppi montuosi. Meglio di così!?

Grazie mille per la tua disponibilità Giuseppe, un saluto sincero e sempre più in alto!

Martedì, 23 Maggio 2017 10:49

Intervista a Francesco Mancini di Mountlive

Mountlive.COM

PUBBLICATO il 22 Maggio 2015

Club 2000m: l’Appennino su un cuore… medio, grande e grandissimo

” Collezionando non t’accorgi ma lo diventi “

(un grande, grandissimo esperto dell’Appennino!)

Questo lo spirito del Club 2000m, basta aprire il sito online e sulla Home Page si legge questa frase succinta ed esplicativa della mission…

In occasione del 2° Raduno del Club 2000m che si terrà nel PNALM domenica 24 maggio, Mount Live ha intervistato un componente del Direttivo del sodalizio che nel corso di questi anni si è rivelato una realtà consolidata ed un punto di riferimento per molti appenninisti. La voglia di montagna, la voglia di vette over 2000 è crescita anche grazie al Club 2000m e per avere riprova di ciò basta scambiare due chiacchiere con qualsiasi escursionista lungo i sentieri dell’Appennino… tutti lo conoscono, in tantissimi collezionano vette!!!

Ebbene, Francesco Mancini è un Grande Appenninista del Club 2000m con 217 Cime e membro del Consiglio Direttivo da marzo 2015, è iscritto al Club 2000m da Giugno 2011 e ricopre la carica di Consigliere e Organizzatore di Eventi, ideatore e realizzatore della News settimanale oltre che ad essere deputato alla gestione delle mail con gli iscritti sia sul sito Ufficiale che sul Profilo Facebook del Club.

Quando è nato il Club 2000, ad opera di chi ed in che modo?

La passione per la montagna ed in particolare per l’Appennino è alla base della costituzione, il 2 luglio 2007, del Club 2000m da parte di tre amici, Giuseppe Albrizio (attualmente  Presidente e Grande Trekker per conoscerlo meglio visitare il suo Sito personale Le mie Passeggiate), Claudio Carusi (attualmente il Segretario)  e Livio Rolle (attualmente Administrator del Sito), cui si è aggiunto in seguito Alberto Osti Guerrazzi (attualmente Consigliere e curatore delle pubbliche relazioni oltre che giornalista e scrittore di montagna vedi il suo Libro “I 2000 dell’Appennino“).

Quanti iscritti conta attualmente?

Ad oggi abbiamo 771 iscritti

Qual è la mission?

Il Club ha l’obiettivo di salire su tutte le montagne (censite in un elenco ufficiale) situate fra i 2000m ed i quasi 3000m del Gran Sasso d’Italia di tutto l’Appennino del Centro Italia, dalle Marche al Molise passando per Lazio ed Abruzzo, senza dimenticare l’Appennino Tosco-Emiliano ed il Sirino-Pollino, per stimolare gli escursionisti che frequentano le montagne dell’Appennino a conoscerle sempre meglio, ad esplorare e raggiungere cime meno note, ad individuare nuovi percorsi, e a condividere con altri amici appassionati appenninisti la bellezza dei luoghi, le vie di salita e gli itinerari individuati.

Come sono suddivise le graduatorie degli Appenninisti del Club 2000m?

Lo stimolo alla scoperta di nuove cime e di nuovi percorsi è dato dalla curiosità per quelle ancora non raggiunte, presenti nell’elenco ufficiale dei 2000 metri dell’Appennino, fiore all’occhiello del Club, primo elenco assoluto e riconosciuto in Italia. Per questo motivo il Club offre la possibilità di spuntare su una scheda le proprie cime raggiunte, in una sorta di grande diario comune e di confrontarsi con gli altri in una simpatica classifica, che ha il solo scopo di incitare ad uscire dai percorsi più battuti, senza alcun spirito agonistico. Realizzando tre qualifiche rappresentate da “Medio appenninista”, “Grande appenninista” e “Grandissimo appenninista” rispettivamente con 100, 200, e 243 Cime .

Ogni anno mediamente quanti raggiungono il titolo di Grandissimo, Grande e Medio Appenninista?

E’ difficile fare una stima certa in quanto la situazione è esponenziale ed in continuo crescendo anno dopo anno.

Ora avete inserito anche il traguardo delle 50 cime, perché?

Con grande soddisfazione personale devo dire che l’idea è stata del sottoscritto che spinto dalla base degli iscritti che sentivano la necessità di avere un traguardo intermedio.

Non tutti hanno le possibilità di andare in montagna spesso e poi non dimentichiamo i bambini che hanno maggiori possibilità di avere uno scudetto come stimolo per continuare a vivere questo mondo.

Durante l’anno organizzate Raduni ed altre iniziative…

Vista la partecipazione e l’amicizia che sta nascendo fra molti di noi (anche a livello di famiglie con i figli) sono certo che al di là della Riunione Annuale fatta in Autunno/inverno vorrei che il raduno Annuale in Primavera/Estate diventi anch’esso un appuntamento annuale e non sporadico. Senza dimenticare le cene sociali più piccole come quella realizzata a Gennaio per un nostro iscritto che compiva 60 anni e che ha visto la partecipazione di 40 iscritti venuti da tutta Roma ma non solo.

L’elenco delle cime over 2000 è da poco stato revisionato ed aggiornato dopo indicazioni e suggerimenti pervenuti da iscritti e non. Come si è operato per la revisione?

Come tutte le revisioni storiche il dibattito è stato aspro e diplomaticamente si è arrivati ad un punto di incontro ma non si esclude che nel futuro ci possano essere altri cambiamenti tuttavia nel 2015 lo storico elenco del Club 2000m. è entrato in una nuova fase: a partire del 1-1-2015  ha ottenuto il patrocinio non solo della Società Geografica Italiana ma della Federtrek e di numerosi Club Alpini del Centro Italia, per la precisione CAI Roma, CAI Lanciano, CAI  Pietracamela, CAI Frosinone, CAI Rieti e CAI Palestrina. L’elenco appare ora in due versioni distinte: quello ufficiale contenente 236 cime e quello che più interessa i soci, ovvero quello ufficiale della collezione che contiene 243 cime.

Da poco on line anche il nuovo sito?

Da tempo sentivamo l’esigenza di realizzare un sito più rispondente sia graficamente che operativamente alle nuove esigenze che nascevano per cui  con grandi sforzi economici e grazie all’aiuto del contributo volontario economico nostro e dei nostri iscritti siamo riusciti a realizzarlo ma abbiamo finito i soldi per cui chiederemo uno sforzo ai nostri amici ed iscritti per poter realizzare un nuovo piccolo salvadanaio per le esigenze del futuro.

Gli iscritti stanno rispondendo alla vostra nuova iniziativa di aprire sul sito web una sezione dedicata alle foto delle escursioni degli iscritti?

Nel corso degli ultimi mesi, anche in questo caso, sono pervenute moltissime foto che testimoniano la costanza dei nostri iscritti più forti nel raggiungere le montagne più lontane e difficili. Mi raccomando andare sulla voce “Escursioni” e poi la voce “Album dei collezionisti”.

Il Club 2000 ha ulteriori iniziative in cantiere?

Noi viviamo di volontariato ed amicizia (con l’occasione saluto e ringrazio 2 grandi amici conosciuti proprio grazie al Club 2000m con cui ho realizzato ascese meravigliose Augusto Catalani e Francesco Laurenzi ) e siamo aperti a tutte le iniziative che possano farci confrontare nel nostro ambiente che preferiamo chiamato montagna.

Due annotazioni finali…

Ormai il Club 2000 è divenuto in pochi anni un’associazione dai forti connotati di appartenenza e non è difficile incontrare escursionisti lungo l’arco appennino che si presentano come “Io sono del Club 2000”; insomma uno status symbol … avvertite la responsabilità di ciò?

Effettivamente io sono un fautore di questo senso di appartenenza infatti in montagna espongo con fierezza il mio Scudetto del Club 2000m ma anche il mio scudetto del CAI di Ortona (miei maestri di montagna in passato sulla Majella ma non solo oltre che amici). La passione che lega tutti noi Grandi Escursionisti, che d’inverno  per le condizioni che si trovano diventano anche Alpinisti in alcune occasioni, rappresenta un valore che va al di là dell’egoismo e della disgregazione sociale che questa società moderna ci vuole  imporre.

C’è chi storce il naso sull’essenza del Club 2000, in quanto, a loro dire, collezionare vette può facilmente divenire un fatto morboso snaturando la naturalezza del vivere la montagna (ad esempio in Abruzzo, PNALM, con l’aggiornamento delle vette è stato inserito nell’elenco il Gendarme de La Meta che, tutto di colpo, è divenuto “meta” di pellegrinaggio escursionistico mentre sino a poco tempo i più salivano su La Meta e ridiscendevano direttamente senza passare per il Gendarme perché, evidentemente, poco attrattivo a livello collezionistico; insomma, il Club 2000 indirizza l’escursionista, organizza a monte l’escursione per il pallino di conquistare nuove vette… c’è un fondo di verità o è una visione distorta ed estrema del Club 2000?

Nella tua domanda c’è già la risposta. L’inserimento del Gendarme del Meta rappresenta proprio lo spirito del vero montanaro del Club 2000m. Infatti per raggiungerlo su sentiero non facile, non segnato e fuori mano rispetto al Monte Meta c’è tutta la volontà di voler scoprire passo per passo, questa montagna ma non per spirito collezionistico ma solo per conoscere meglio questo territorio, avere una visuale diversa delle montagne che sono intorno. Lo scopo principale del Club 2000m non è il collezionismo fine a se stesso ma solo un modo per esplorare la montagna sotto tutti i suoi aspetti, in tutte le Valli, le Creste, le Cime, i Canali. Ci sono emozioni da vivere che permettono di farti e poi trasmettere una conoscenza della montagna che non puoi altrimenti avere. Per più di 15 anni sono andato per montagne ma poi erano sempre le stesse, magari fatte in tutte le stagioni, ma non è la stessa cosa diventando Appenninisti nel senso più puro del termine. Ho conosciuto posti che mai mi sarei sognato di raggiungere se non avessi aderito a questo progetto con grandi sacrifici a livello fisico, psicologico, economico, familiare. Ma quando da sopra una montagna riesci a leggere cima per cima tutte le montagne che sono intorno a te, di tutte le catene montuose, anche quelle più lontane,  è solo perché ci sei salito una a una e più volte e da più versanti come solo un collezionista del Club 2000m può essere. Tutto questo credo che sia la soddisfazione più grande per un vero montanaro.

INFO Club 2000m

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Francesco Mancini esplorandox

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Con il Club 2000m su facili sentieri e sulle creste d'Abruzzo,

dove gli affacci belli e vertiginosi e gli incontri con i camosci

sono a portata di chiunque

000a - articolo di Giusi Pitari

 

 

 

 

 

IL Messaggero

articolo di Stefano Ardito

uscito Giovedi 20 Ottobre 2016

001 - articolo Stefano Ardito

001a - articolo Stafano Ardito 

Articolo su Sara Pietrangeli

periodico l'Appennino

del Club Alpino Italiano Sezione di Roma

Anno LXIV - n° 2/2016

001a Sara Pietrangeli

 

 

Montagne360, la rivista del Club Alpino Italiano

Ottobre 2013

Albrizio il "Grandissimo Appenninista"

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Mercoledì, 05 Aprile 2017 18:58

Intervista a Livio Rolle

I collezionisti dell'Appennino

Intervista a Livio Rolle

L’Appennino periodico semestrale del Club Alpino Italiano sezione di Roma 

Anno LXI - n° 1/2013

di Elisabetta Moffa.

IL primo Dicembre 2012 il CAI di Roma ha ospitato l’annuale serata sociale del Club2000m. Tra i relatori anche due soci della Sezione, F. Dente e G. Giua,  premiati, con altri, in una sala strapiena, per aver salito tutte le cime oltre i 2000 metri dell’Appennino.

Ne parliamo con Livio Rolle, uno dei fondatori del Club (gli altri sono Giuseppe Albrizio, Claudio Carusi e Alberto Osti).

Che cos’è il Club2000m e perché avete voluto organizzare il vostro incontro proprio al CAI?

«Il Club riunisce un gruppo di appassionati che si propone di stimolare a conoscere sempre meglio l’Appennino e

ad esplorarne anche le cime meno note. Per far questo ha realizzato l’elenco delle cime dei 2000 dell’Appennino, riportato nel libro omonimo. Per aderire al Club è sufficiente aver salito almeno un monte oltre i 2000 mt. e registrarsi sul sito del Club (www.club2000m.it).

Ci piace condividere e diffondere la nostra passione e il CAI ci sembrava la sede più adatta, visto che premiavamo

2 soci della Sezione».

Dite di aver realizzato voi l’elenco delle cime dell’Appennino oltre i 2000 mt. Non c’era già?

«Non c’era. L’epoca delle grandi esplorazioni è cominciata prima che fosse completata l’unità d’Italia e ha distratto l’attenzione su cime ben più elevate. I topografi si sono limitati a registrare quote significative e i nomi noti dei luoghi man mano che realizzavano le mappe, con uno sguardo molto locale, mentre i geografi sono più interessati al contesto complessivo del territorio, ai suoi risvolti economici o ecologici o di trasporto.

Uno sguardo troppo generale per occuparsi di un elenco di cime, che interessa solo gli appassionati di montagna. D’altronde, anche l’elenco dei 4000 delle Alpi, montagne ben più note di quelle dell’Appennino, è stato definito solo nel marzo 1994 da una commissione internazionale dell’UIAA (con gli esperti dei club alpini di Francia,

Italia, Svizzera), su impulso del Club 4000, ora una sezione del CAI di Torino.

Per l’Appennino c’è stato qualche anno dopo un auspicio in tal senso da parte di Stefano Ardito, stimolo che

noi abbiamo raccolto».

E comunque si sarà trattato al massimo di raccogliere un po’ di nomi da qualche cartina… o non è così?

«La realizzazione dell’elenco non è stata affatto semplice. Per prima cosa non tutte le cime hanno un nome, e non tutti i nomi su una cartina corrispondono ad una cima. Allo stesso modo, non tutti i punti in mappa con una quota oltre i 2000 sono cime. È stato un lavoro lungo.

Ce ne siamo subito resi conto quando abbiamo confrontato gli elenchi che ciascuno di noi aveva realizzato autonomamente. C’era chi aveva 280 voci, chi 220. Per esempio, per qualcuno, tutti i punti in mappa sulla cresta de La Terratta erano cime, anche se poi chi percorre la cresta non se ne rende conto.

Ci siamo dati delle regole per identificare le cime, ma poi occorreva spulciare le cartine, col rischio di dimenticarsene qualcuna. Serviva un lavoro corale, per questo ci siamo uniti, per poi accettare contributi da parte di tutti quanti hanno voluto collaborare. Il Club 2000m si è costituito nel 2007, e finora abbiamo già realizzato 2 edizioni dell’elenco. Ora stiamo lavorando alla terza, che speriamo sia quella definitiva».

Quindi alla base dell’elenco ci sono delle regole. Come le avete definite? Non rischiano di essere troppo soggettive?

«È un rischio che ci era chiaro sin dall’inizio, dopo le prime accese discussioni. Per questo ci siamo ispirati alle regole definite dal Club 4000 e dall’UIAA. Il primo criterio individuato è oggettivo, misurabile: il dislivello relativo rispetto alla sella più alta adiacente, ovviamente per tutti i punti con un’altitudine superiore a 2000 mt. Per l’Appennino lo abbiamo definito di minimo 50 mt., mentre per le Alpi, con situazioni ben più impegnative, è di 30 mt. Approfondendo successivamente la questione ci siamo resi conto che questo è il criterio chiave utilizzato per realizzare tutti gli elenchi di questo tipo. E ovviamente il valore minimo del dislivello dipende dalle altitudini in gioco: per gli 8000 è di 500 mt. I valori sono sensati, ma restano arbitrari: basti pensare che elenchi anglosassoni analoghi hanno misure in piedi, per cui per es. i Munros scozzesi identificano cime oltre i 3000 piedi, che equivalgono a 951 mt.

Abbiamo poi considerato anche che per monti molto estesi punti lontani almeno un km, anche se con un dislivello inferiore a 50 mt, potevano caratterizzarsi come cime. Ci sembrava inoltre sciocco escludere tutte le cime cui era stato dato storicamente un nome, anche se non rispettavano il criterio del dislivello.

Infine avevamo considerato un criterio morfologico, di imponenza d’aspetto, ma non ne terremo conto nell’ultima revisione, perché si presta a troppe discussioni.

Crediamo di aver fatto un lavoro ragionevole, e siamo lieti che la Società Geografica Italiana abbia voluto riconoscerne il valore divulgativo».

Ma se le regole sono oggettive, perché continuate a rivedere l’elenco?

«Perché è facile ignorare una cima, e alcune ci sono state segnalate, anche da soci CAI, dopo i 2 primi elenchi. Perché le cime sono sempre quotate in mappa, ma le selle no, e occorre andare a misurare il dislivello sul posto, per dirimere casi limite. Perché prima abbiamo incluso tutto in base alle cartine, poi abbiamo dovuto togliere

qualcosa dopo aver verificato sul posto.

Per questo ci piacerebbe un maggior coinvolgimento delle varie sezioni CAI dell’Appennino nell’edizione finale.

Perché abbiamo nominato le cime senza nome storico dapprima come anticime di un’altra vicina, per poi trovare dei nomi più pertinenti. Ecco, questa è un’altra area dove ci farebbe piacere un maggior coinvolgimento del CAI: probabilmente ci sono nomi locali non registrati nelle carte IGM o denominazioni definite dai comuni, e questi li conoscono solo gli appassionati locali. Speriamo di riuscire ad avviare questa collaborazione al più presto».

Per tornare al Club, qualcuno prende le distanze da questa forma di collezionismo. Cosa possiamo rispondere ai critici?

«È molto semplice: il collezionismo, per noi, rappresenta uno stimolo a percorrere sentieri poco conosciuti, a non trascurare le mete meno note o quelle più lontane, a studiare le carte.

È un progetto che regala esperienza e conoscenza. Così, inizialmente si è trattato di sapere per quali cime andare a rilevare i dati necessari a includerle o meno nell'elenco.

Man mano il progetto è diventato un incentivo alla scoperta di luoghi insoliti e spesso bellissimi, non frequentati per la distanza, l'impegno necessario o per abitudini domenicali. Un'occasione per scoprire nuove meraviglie del nostro Appennino.

Il condividere con altri appassionati l'esperienza delle cime già collezionate è stata l'idea per stimolare anche loro

a guardarsi attorno.

Poi qualcuno l'ha presa più di petto, e in 2-3 anni ha quasi completato la collezione. Parliamo comunque di gente

che di montagna ne aveva già fatta tanta prima che uscisse l'elenco. Si tratta in ogni caso di un collezionismo

non competitivo perché, alla fine, tutti arriveranno a completare la collezione, chi prima e chi dopo.

Se con la scusa della collezione saremo riusciti a far amare un po' di più l'andare in montagna per godersi la natura

e il nostro Appennino, e a conoscerlo meglio, saremo soddisfatti».

001 - la pagina (1-2) originale de L'Appennino

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002 - la pagina (2-2) originale de L'Appennino

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Mercoledì, 05 Aprile 2017 18:57

Intervista a Claudio Carusi

Intervista a Claudio Carusi 

1 - Il Club2000m ha organizzato il 1° Fotocontest indirizzato ai propri membri «Montagna Visionaria». In cosa consiste il concorso?
Il concorso è un modo per far partecipi sempre più i soci del Club2000m all’attività del Club medesimo. In questo caso poi si è voluto dare un taglio nuovo e simpatico al solito format del concorso classico. Infatti le foto che partecipano alla gara (una targa ricordo alla foto vincente) ancor prima della proclamazione finale saranno pubblicate nel sito di Mount Live e mostrate a tutti quindi in pratica mentre arrivano alla giuria saranno appunto “contestualmente” pubblicate quasi ad allargare idealmente la stessa giuria giudicante col fine, in primis, di mostrare l’assoluta trasparenza-semplicità della proposta e della gara, principale caratteristica, d’altronde, quella della trasparenza e della semplicità da sempre prerogativa del Club 2000m
2 - Chi può partecipare?
In questo primo anno solo i soci del Club 2000m (esclusi i membri del direttivo)
3 - I membri hanno accolto con favore l’iniziativa?
Penso di si, le foto pervenute non sono per la verità tantissime ma ciò non vuol dire che i soci non abbiano gradito l’iniziativa.
4 - Da chi è composta la giuria?
Da un membro del Direttivo del Club 2000m, da una socia del Club 2000m, da un rappresentante del CAI
5 - Quando ci sarà la premiazione?
La premiazione avverrà in occasione della serata annuale del Club 2000m che quest’anno e’ organizzata sabato 3 dicembre 2016 a Roma
6 - Un Concorso originale fuori dai classici e generici temi che sta ad indicare un approccio particolare alla montagna introiettando visioni che ad un occhio veloce possono sfuggire. E’ questo l’intento del Club, avvicinare gli appassionati di montagna ad una visione lenta e dettagliata di ciò che lo circonda?
Si, anche. Infatti in un contest fotografico sul tema della montagna quale quello di cui stiamo parlando e al fine di evitare soltanto generiche sebbene bellissime foto della natura abbiamo introdotto un aggettivo preciso proprio per cercare di ottenere foto nelle quali l’occhio del fotografo possa intervenire, ovvero mostrarsi nella foto, e sicuramente per ottenere ciò una visione veloce non facilita di certo il compito.

Articolo su Mountlive 

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001 - Foto (L'Ombra della Montagna) Vincitrice del Contest Fotografico

del Club 2000m  

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002 - Antonio Muscedere Vincitore del 1° Contest Fotografico del Club 2000m,

premiato da Carlo Coronati sponsor della targa offerta dall'Edizioni IL Lupo.                                                                                                   

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003 - Angelo Monti - Claudio Carusi - Carlo Coronati - Antonio Muscedere

e Alessandra Martella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venerdì, 31 Marzo 2017 19:09

Serata con il CAI di Palestrina

Serata con il CAI di Palestrina

Il CAI di Palestrina con il Suo mentore Vincenzo ABBATE insieme ai suoi preziosi collaboratori, supportato dal Presidente Luciano GALLI e dal Direttivo, ha avuto la splendida idea di realizzare un percorso che prende le mosse dal 1° Articolo dello Statuto del CAI che così recita. “ Il Club Alpino Italiano …ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle Italiane…”

Un lungo percorso che dura da 153 anni che la Sezione di Palestrina ha deciso di realizzare in modo duplice: uno a livello alpinistico di base con le gite sociali da calendario ed uno parallelo caratterizzato da una serie di iniziative culturali in grado di fornire il più vasto vocabolario riguardante il variegato mondo dei linguaggi di montagna.

Così recita la presentazione di questo percorso da parte del CAI di Palestrina inserendo il Club 2000m fra gli ospiti che rientrano proprio in questo contesto ed invitando il Direttivo del Club a partecipare ad una serata volta ad offrire una visione differente delle terre alte con le proprie esperienze personali.

Venerdì 24 Marzo alle ore 19 con la presenza del Presidente del Club 2000m Giuseppe ALBRIZIO e da uno dei componenti del Consiglio Direttivo Francesco MANCINI si realizza un sentito e partecipativo incontro.

Questa Serata è perfettamente descritta da colui che massimamente mi ha aiutato nella sua realizzazione concreta l’Alpinista e Direttore di Escursioni del CAI di Palestrina, con cui spero di salire in montagna quanto prima, il Super attivo Pietro DI MOTTA che con i suoi bellissimi video ha scritto “ Passioni e condivisioni  con un solo obiettivo…La Montagna “.

Tutto nasce nel Dicembre del 2016 quando, come organizzatore di varie iniziative del Club, ricevo una telefonata dal Grande Vincenzo ABBATE il quale mi chiede se volessi essere il portavoce di questo invito al Direttivo del Club 2000m.

La sorpresa è tanta perché Vicenzo ABBATE per me è una persona quasi mitologica del CAI non solo per il suo grandissimo impegno di montagna che da decenni spende a tutti i livelli escursionistico, alpinistico, culturale, ma anche per il fatto che è stato uno dei primi ad aver saputo cogliere tanti anni fa il vero significato del Club 2000m essendone diventato un Grande Appenninista e addirittura uno dei Componenti della Commissione di revisione delle Cime Appenniniche per quanto concerne l’elenco nella rivisitazione, insieme a tanti altri grandi e famosi della montagna appenninica.

Non dimentichiamo la sua ultima fatica letteraria dedicata al Terminillo che invito a comprare perché tale libro non può non far parte delle piccole librerie di montagna che ognuno di noi ha nella propria casa.

Ho conosciuto il CAI di Palestrina nel 2010 perché stanco di salire sempre sulle solite montagne avevo notato che questa Sezione, contrariamente ad altre, si prendeva la responsabilità di salire su alcuni monti anche in condizioni invernali.

Ancora non conoscevo il Club 2000m ma già da tempo era nata in me la curiosità di salire su montagne di settori morfologici diversi e lontani dai soliti noti.

Per questo motivo il 21 Febbraio 2010 ho avuto la fortuna di conoscere un altro grande montanaro del CAI di Palestrina Vincenzo GASBARRI che mi accompagnò sopra PIZZO DETA.

Proprio Vincenzo insieme a Vincenzo BORZI, Alessandro CICETTI e Amedeo PANCI furono i miei compagni di salita anche sul MONTE VIGLIO nella classica del 8 Dicembre 2010.

Proprio queste uscite su nuove e diverse montagne mi fecero capire che non bisognava avere limiti sulle esplorazioni morfologiche delle catene montuose ma dovevo incominciare a viaggiare lontano e proprio il Club 2000m ne fu il volano.

Questa Serata mi ha permesso di riabbracciare con calma dopo tanti anni proprio il grande Vincenzo GASBARRI ma voglio ricordare la presenza di 3 GRANDISSIMI APPENNINISTI come Mauro PANCALDI, Michele TAGLIACOZZO e Fabrizio AGOSTINONE che hanno presenziato anche alla pizza finale.

Un caro saluto a mio cugino Sebastiano BROGNA che abita non lontano che è venuto a sentire le nostre relazioni con Lui mi legano tanti ricordi di montagne, fin da bambini, ma sempre sciando.

Un ringraziamento al Direttivo Emanuele ANTONINO sempre presente in rappresentanza anche di tutti gli iscritti del CAI di Palestrina come l'attentissimo Mauro PETRONE Ex calciatore della Roma degli anni 70.

Da stigmatizzare la presenza di Giuseppe NUCCETELLI un forte montanaro ma giovane Appenninista che nonostante il lungo viaggio (io personalmente ho impiegato 2 ore di tempo) non è voluto mancare per conoscerci meglio….abbiamo bisogno dell’entusiasmo di Giuseppe e di tutti quelli come Lui.

Anche se non ha potuto presenziare durante la relazione non potevo non citare Massimo CIPOLLONI con cui da qualche tempo mi sono confrontato con piacere che oltre ad essere ASAG del CAI di Palestrina è addirittura diventato Presidente della Commissione Regionale di Alpinismo Giovanile.

Dopo la presentazione di Vincenzo ABBATE che ringraziamo ancora di cuore per l’invito, insieme al Presidente Giuseppe ALBRIZIO abbiamo realizzato dialetticamente con foto e filmati un excursus di questi 10 anni di Club 2000m con la speranza di aver trasmesso il messaggio, anche a chi è titubante sul nostro progetto, sul vero scopo che non è quello collezionistico, come alcuni “ benpensanti” credono, ma quello esplorativo e di conoscenza del territorio.

Gli interventi di David RECCHIA prima e del Presidente del CAI di Palestrina Luciano GALLI hanno giustamente fatto presente che la montagna non deve perdere il suo spirito puro e semplice tralasciano gli aspetti prestazionali che purtroppo nel corso degli ultimi anni stanno prendendo piede.

La serata termina come sempre con un doppio piccolo regalo simbolico che viene consegnato a Vincenzo ABBATE, al Direttivo Agapito CIPRARI e al Presidente Luciano GALLI rappresentato dal “ VINO CLUB 2000M “ e dalle rose consegnate alle 2 rappresentanti femminili del Direttivo del CAI, Giuseppina GALATOLA e purtroppo la non presente ASAG Alessandra BORZI che tanto avrei voluto conoscere.

Si finisce in bellezza per una pizza che mi viene offerta come un “ vero Signore “ dal Presidente del CAI di Palestrina con cui mi complimento di nuovo per la Sua volontà  di inserire in calendario e prendere delle responsabilità in uscite veramente impegnative, anche e soprattutto d’inverno, cosa molto rara da leggere nei calendari dei vari CAI da qualche tempo a questa parte.

 Il momento conviviale mi permette di conoscere meglio, anche se purtroppo non con tutte le attenzioni che meritavano, i rappresentanti della Sezione come Pietro DI MOTTA e Giuseppina, Davide RECCHIA ed Ilaria, Agapito CIPRARI e Mauro PETRONE che ringrazio per la loro simpatia e disponibilità. 

(Franceco Mancini)

000 - Locandina 24 Marzo 2017 CAI Palestrina

000 - la locandina

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001 - la Sezione di Palestrina del CAI e il Club 2000m...insieme

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002 - Porta San Martino - Palestrina 

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003 - l'ingresso della sede del CAI di Palestrina 

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004 - prima della serata un giro turistico nella città di Palestrina - La Pietà di Palestrina 

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005 - la statua dedicata a Giovanni Pierluigi da Palestrina, Principe della Musica 

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006 - palazzo Colonna Barberini (Palestrina) 

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007 - uno scorcio di Palestrina 

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008 - Giuseppe con Vincenzo Abbate in Piazza di Porta San Martino, Palestrina 

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009 - il Presidente del CAI di Palestrina Luciano Galli 

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010 - il Presidente del CAI Palestrina consegna il gagliardetto al Club 2000m 

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011 - particolare del gagliardetto 

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012 - Vincenzo Abbate presenta la serata 

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013 - Francesco Mancini il "mattatore" 

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014 - Giuseppe parla della nascita e storia del Club 2000m 

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015 - l'intervento di David Recchia 

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016 - da sinistra: Pancaldi, Albrizio, Tagliacozzo, Agostinone, Mancini 

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017 - con Mauro Petrone ex calciatore della Roma degli anni 70 

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018 - il cugino di Francesco (Sebba) 

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019 - al centro Giuseppe Nuccetelli 

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020 - Gasbarre, Albrizio, Abbate, Mancini 

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021 - un pensiero sempre gradito.   

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022 - A sinistra Agapito Ciprari del Direttivo del CAI Palestrina 

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023 - Pietro di Motta forte Alpinista 

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024 - la rosa per il Direttivo al femminile, Giuseppina Galatola 

 

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