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Informazioni Generali (23)

Venerdì, 15 Luglio 2022 07:08

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Ultima modifica 15 Luglio 2020

Martedì, 28 Giugno 2011 10:24

Cartine dei 2000 dell'Appennino

Scritto da
Il Club 2000m.
per agevolare l'individuazione delle cime meno note tra i 2000 dell'Appennino ha predisposto  cartine di rapida consultazione
per gruppi montuosi o per sottogruppi.
Cliccate sulle icone per visualizzare l'immagine ingrandita
(disposti da nord a sud e da ovest a est, approssimativamente in scala 1:75000).
 
Tosco emiliano Cimone Sibillini Reatini

Laga Gran Sasso ovest Gran Sasso est Velino

Sirente Simbruini - Ernici Majella nord Majella sud

PNALM nord - ovest PNALM nord - est PNALM sud - ovest PNALM sud - est

Matese Sirino Pollino  

 

 

Note: 

1) Sulla cartina del PNALM nord - est la quota del Monte Greco è errata, c'è scritto 2283 m al posto di 2285 m

2) Sulla cartina del PNALM nord - ovest la quota del Monte Forcone è errata, c'è scritto 2220 m al posto di 2228 m

 

 

Martedì, 12 Gennaio 2010 08:03

Criteri per le cime Rev. 2014

Scritto da

Criteri per l’individuazione delle cime appenniniche di 2000 m e più

La definizione di cima è apparentemente semplice, ma diventa più complesso distinguere tra un semplice rilievo quotato, magari di una lunga cresta senza grandi dislivelli e una vetta che appaia e possa essere considerata come tale a tutti gli effetti.

Per le cime alpine si è giunti solo nel 1994 ad un elenco ufficiale definito dall’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche). Il lavoro è stato condotto dai responsabili delle guide alpinistiche ufficiali dei tre club alpini dei Paesi che hanno cime di 4000 m sul proprio territorio: Italia, Francia, Svizzera (si veda UIAA-Bulletin Nr. 145 - Marzo 1994).

Per gli Appennini non si è finora pervenuti alla definizione di un elenco ufficiale. In analogia alle Alpi si è definita una quota, arbitraria ma suggestiva, (2000 mt.) come filtro per individuare quelle più significative. Come per le sorelle maggiori delle Alpi, per gli elenchi finora realizzati sono stati usati criteri diversi, di solito non spiegati in modo chiaro. Il criterio più comune è stato quello di utilizzare i toponimi quotati oltre i 2000 presenti sulle carte IGM. Questo tuttavia escludeva molte vette non storicamente denominate che avevano però sicuramente l’aspetto di una cima, e che in qualche caso erano anche più alte di quella denominata più vicina.

Un criterio alternativo non può sicuramente essere quello di includere tutte le quote su IGM in elevazione dai 2000 in su, poiché si corre il rischio inverso di includere gobbette di cresta di cui non ci accorge nemmeno quando la si percorre.

Si è quindi pensato di procedere in analogia a quanto fatto dall’UIAA attraverso la definizione di criteri il più possibile oggettivi cui attenersi nelle valutazioni.

Il lavoro svolto dalla Commissione per la redazione dell'elenco nell'edizione 2014 ha comportato anche la revisione, parziale, dei criteri precedentemente individuati, del loro peso e della loro applicazione, per tener conto delle esigenze emerse anche dalle segnalazioni dei soci del Club 2000m.

 

I  nuovi criteri adottati per la individuazione delle cime dell’Appennino di 2000 e più metri sono:

CRITERIO DELLA PROMINENZA: elevazione superiore o pari a 2000 m che presenta quattro versanti di almeno 50 m. di dislivello in salita incluso quello rispetto al riferimento relativo (sella più' alta verso il monte più alto più vicino, definito tecnicamente monte genitore).

CRITERIO TOPONOMASTICO: elevazione con toponimo storicamente riconosciuto (sulle carte IGM o in altre pubblicazioni) che dia evidenza di monte (cima, vetta).

CRITERIO DELLA DISTANZA: elevazione che presenta tre versanti di almeno 50 m. di dislivello in salita mentre sul quarto versante, avente almeno 25 m. di dislivello, il monte più'alto più vicino è almeno ad 1 km di distanza su cresta.

CRITERIO ALPINISTICO: elevazione le cui pareti sono percorse da itinerari alpinistici avente un dislivello sul quarto versante di almeno 25 m.

 

Il criterio della prominenza  è sufficiente per l’inclusione nell’elenco, gli altri sono stati applicati dalla Commissione valutando  caso per caso.  


Il primo criterio è stato considerato in analogia (anche formale) a quanto definito dall’UIAA per le cime alpine oltre i 4000 m, dove il dislivello sui vari versanti è individuato in almeno 30 metri, definiti calcolando l’elevazione media di tutte le vette dal terreno circostante, che è anche equivalente alla lunghezza di corda che per lungo tempo è stata considerata come usuale nelle salite alpine occidentali. In considerazione delle minori elevazioni dell’Appennino e dell’assenza quasi totale di difficoltà alpinistiche si è ritenuto di ampliare il dislivello minimo a 50 metri, che anche visivamente consente di apprezzare meglio l’elevazione come isolata e a sé. Il valore è arbitrario, ma significativo.

Il secondo criterio è stato individuato per tener conto del “sentire comune” di chi è abituato a chiamare un punto topografico oltre i 2000 metri col nome di monte. Nella gran parte dei casi coincide con uno dei due criteri precedenti e, nei rari casi in cui ciò non accade, la cima è stata considerata solo come secondaria di una montagna o di un gruppo montuoso la cui cima principale invece li rispetta.

Il terzo  criterio è stato definito per tener conto delle lunghe creste di salita che caratterizzano l’Appennino, in cui un rilievo, se visto dal basso, si presenta come una montagna a sé, nascondendo anche alla vista la cime più elevata seguente. Se visto dall’alto, però, appare come una semplice ondulazione della cresta. In qualche altro caso, pur non appartenendo ad una cresta, si presentano come punte molto evidenti durante la salita (per esempio lungo alcune valli della Maiella), con dislivelli a strapiombo anche consistenti, anche quando, da sopra, appaiono come lievi ondulazioni di pratoni. Il criterio di distanza riprende un analogo criterio considerato (senza però definirlo quantitativamente) anche dagli estensori della lista dei 4000 delle Alpi). La distanza di un chilometro è arbitraria, ma anch’essa deriva da un criterio visivo che consente, a distanza, di apprezzare due cime come evidentemente distinte.

Il quarto criterio tiene conto dell'interesse storico-alpinistico che caratterizza alcune punte dell'Appennino. É stato applicato in pochissimi casi, per includere punte di elevato rilievo alpinistico, anche se non rispettano il criterio di distanza. Ovviamente anche in questo caso  sono considerate solo come cime secondarie.

 

Sono stati confermati anche i criteri per considerare la cima principale e quelle secondarie di un gruppo montuoso.

Il criterio chiave è quello orografico: quando le cime appartengono allo stesso massiccio o alla stessa cresta, vengono considerate cime secondarie quelle collaterali all’elevazione più alta.

Con almeno un’eccezione, costituita dal Monte Marsicano, la cui cima denominata è qualche metro meno elevata del punto più alto, non denominato su IGM. In questo caso si è preferita la chiarezza e l’immediatezza di comunicazione ad una scelta forse tecnicamente più corretta, ma storicamente incomprensibile e che avrebbe richiesto lunghe spiegazioni e generato incomprensioni  nei fruitori dell’elenco.

Poiché in alcuni casi, su creste lunghe anche più di una decina di chilometri, caratterizzate da molteplici cime di altezza grosso modo equivalente (per esempio nel gruppo del Gran Sasso dal Monte Aquila a Vado di Sole) sarebbe sciocco identificare una sola cima principale, al criterio orografico ne è stato aggiunto uno visivo, oggettivato col considerare a sé stanti le cime più elevate di un gruppo caratterizzato da elevati dislivelli relativi e secondarie quelle vicine che ne presentano di minori.

Il criterio è stato quello di considerare un dislivello relativo di almeno 100 metri sui quattro versanti. Con questo criterio, nel caso sopra esemplificato, risultano cime principali i monti Aquila, Brancastello, Prena, Camicia, in analogia al comune sentire tra gli escursionisti, e coerentemente all’impatto visivo che la catena presenta.

 

Infine una nota sulle denominazioni considerate per le cime prive di un toponimo ufficiale registrato su IGM. Nella maggior parte dei casi si è identificato il toponimo vicino più significativo definendo la cima in questione come Cima di … dove di volta in volta ai puntini viene sostituito il toponimo identificato. Quando si tratta di una Serra, viene ad esempio identificata una Cima di Serra Matarazzo, quando si tratta di un pendio o una valle, troviamo quindi una Cima di Fondo di Maiella.

Martedì, 12 Gennaio 2010 08:03

Criteri per le cime

Scritto da

Criteri per l’individuazione delle cime appenniniche superiori ai 2000 m

La definizione di cima è apparentemente semplice, ma diventa più complesso distinguere tra un semplice rilievo quotato, magari di una lunga cresta senza grandi dislivelli e una vetta che appaia e possa essere considerata come tale a tutti gli effetti.

Per le cime alpine si è giunti solo nel 1994 ad un elenco ufficiale definito dall’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche). Il lavoro è stato condotto dai responsabili delle guide alpinistiche ufficiali dei tre club alpini dei Paesi che hanno cime di 4000 m sul proprio territorio: Italia, Francia, Svizzera (si veda UIAA-Bulletin Nr. 145 - Marzo 1994).

Per gli Appennini non si è finora pervenuti alla definizione di un elenco ufficiale. In analogia alle Alpi si è definita una quota, arbitraria ma suggestiva, (2000 mt.) come filtro per individuare quelle più significative. Come per le sorelle maggiori delle Alpi, per gli elenchi finora realizzati sono stati usati criteri diversi, di solito non spiegati in modo chiaro. Il criterio più comune è stato quello di utilizzare i toponimi quotati oltre i 2000 presenti sulle carte IGM. Questo tuttavia escludeva molte vette non storicamente denominate che avevano però sicuramente l’aspetto di una cima, e che in qualche caso erano anche più alte di quella denominata più vicina.

Un criterio alternativo non può sicuramente essere quello di includere tutte le quote su IGM in elevazione dai 2000 in su, poiché si corre il rischio inverso di includere gobbette di cresta di cui non ci accorge nemmeno quando la si percorre.

Si è quindi pensato di procedere in analogia a quanto fatto dall’UIAA attraverso la definizione di criteri il più possibile oggettivi cui attenersi nelle valutazioni.

Per l’individuazione delle cime nell’elenco e in questo libro il Club 2000m ha definito tre criteri principali ed uno secondario:

 

  1. topografico  1: ogni punta della superficie appenninica che si innalzi di almeno 2000 metri sul riferimento assoluto (livello del mare) e che presenti sui quattro versanti almeno 50 metri di dislivello in salita rispetto al riferimento relativo (ossia: sul più alto colle - inteso come valico o passo - adiacente)
  2. topografico  2 o della distanza: ogni punta oltre 2000 metri che presenti su tre versanti almeno 50 metri di dislivello in salita mentre sul quarto la cima più vicina sia ad almeno un chilometro di distanza
  3. toponomastico: quando esista un toponimo storicamente riconosciuto (fanno fede in linea di massima le cartine IGM) che dia evidenza di monte (monte, cima, vetta, picco, pizzo, colle, etc.)
  4. morfologico: quando da un qualche punto di vista appaia come massa imponente e fortemente individuata, tale da farlo considerare una entità a sé stante

 

Il primo criterio è stato considerato in analogia (anche formale) a quanto definito dall’UIAA per le cime alpine oltre i 4000 m, dove il dislivello sui vari versanti è individuato in almeno 30 metri, definiti calcolando l’elevazione media di tutte le vette dal terreno circostante, che è anche equivalente alla lunghezza di corda che per lungo tempo è stata considerata come usuale nelle salite alpine occidentali. In considerazione delle minori elevazioni dell’Appennino e dell’assenza quasi totale di difficoltà alpinistiche si è ritenuto di ampliare il dislivello minimo a 50 metri, che anche visivamente consente di apprezzare meglio l’elevazione come isolata e a sé. Il valore è arbitrario, ma significativo.

Il secondo criterio è stato definito per tener conto delle lunghe creste di salita che caratterizzano l’Appennino, in cui un rilievo, se visto dal basso, si presenta come una montagna a sé, nascondendo anche alla vista la cime più elevata seguente. Se visto dall’alto, però, appare come una semplice ondulazione della cresta. In qualche altro caso, pur non appartenendo ad una cresta, si presentano come punte molto evidenti durante la salita (per esempio lungo alcune valli della Maiella), con dislivelli a strapiombo anche consistenti, anche quando, da sopra, appaiono come lievi ondulazioni di pratoni. Il criterio di distanza riprende un analogo criterio considerato (senza però definirlo quantitativamente) anche dagli estensori della lista dei 4000 delle Alpi). La distanza di un chilometro è arbitraria, ma anch’essa deriva da un criterio visivo che consente, a distanza, di apprezzare due cime come evidentemente distinte.

Il terzo criterio è stato individuato per tener conto del “sentire comune” di chi è abituato a chiamare un punto topografico oltre i 2000 metri col nome di monte. Nella gran parte dei casi coincide con uno dei due criteri precedenti e, nei rari casi in cui ciò non accade, la cima è stata considerata solo come secondaria di una montagna o di un gruppo montuoso la cui cima principale invece li rispetta.

Il quarto criterio tiene conto della struttura generale e dell'aspetto di una vetta, in analogia a quanto fatto dagli estensori dell’elenco dei 4000 delle Alpi. É stato applicato in pochissimi casi, per caratterizzare punte che appaiono come cime evidenti (in analogia a quanto detto in riferimento al secondo criterio), anche se non rispettano il criterio di distanza. Ovviamente anche in questo caso  sono considerate solo come cime secondarie.

 

Sono perciò stati definiti anche i criteri per considerare la cima principale e quelle secondarie di un gruppo montuoso.

Il criterio chiave è quello orografico: quando le cime appartengono allo stesso massiccio o alla stessa cresta, vengono considerate cime secondarie quelle collaterali all’elevazione più alta.

Con almeno un’eccezione, costituita dal Monte Marsicano, la cui cima denominata è qualche metro meno elevata del punto più alto, non denominato su IGM. in questo caso si è preferita la chiarezza e l’immediatezza di comunicazione ad una scelta forse tecnicamente più corretta, ma storicamente incomprensibile e che avrebbe richiesto lunghe spiegazioni e generato incomprensioni  nei fruitori dell’elenco.

Poiché in alcuni casi, su creste lunghe anche più di una decina di chilometri, caratterizzate da molteplici cime di altezza grosso modo equivalente (per esempio nel gruppo del Gran Sasso dal Monte Aquila a Vado di Sole) sarebbe sciocco identificare una sola cima principale, al criterio orografico ne è stato aggiunto uno visivo, oggettivato col considerare a sé stanti le cime più elevate di un gruppo caratterizzato da elevati dislivelli relativi e secondarie quelle vicine che ne presentano di minori.

Il criterio è stato quello di considerare un dislivello relativo di almeno 100 metri sui quattro versanti. Con questo criterio, nel caso sopra esemplificato, risultano cime principali i monti Aquila, Brancastello, Prena, Camicia, in analogia al comune sentire tra gli escursionisti, e coerentemente all’impatto visivo che la catena presenta.

 

Infine una nota sulle denominazioni considerate per le cime prive di un toponimo ufficiale registrato su IGM. Nella maggior parte dei casi si è identificato il toponimo vicino più significativo definendo la cima in questione come Cima di … dove di volta in volta ai puntini viene sostituito il toponimo identificato. Quando si tratta di una Serra, viene ad esempio identificata una Cima di Serra Matarazzo, quando si tratta di un pendio o una valle, troviamo quindi una Cima di Fondo di Maiella, o una Cima di Iaccio dei montoni.

Sabato, 19 Dicembre 2009 15:15

Cosa è il Club 2000m

Scritto da

COSA E’ IL CLUB 2000m.

La passione per la montagna ed in particolare per l’Appennino è alla base della costituzione, il 2 luglio 2007, del Club 2000m., da parte di tre amici, Giuseppe Albrizio, Claudio Carusi e Livio Rolle, cui si è aggiunto in seguito Alberto Osti Guerrazzi, autore del libro I 2000 dell'Appennino e Francesco Mancini, che con il suo grande e costante entusiasmo, contribuisce a farci conoscere ovunque.

L’obiettivo è quello di stimolare gli escursionisti che frequentano le montagne più alte dell’Appennino a conoscerle sempre meglio e ad esplorare anche quelle meno note, ad individuare nuovi percorsi, e a condividere, sul sito del Club, con altri amici appassionati il proprio stupore per la bellezza di luoghi meno conosciuti e le vie di salita e gli itinerari individuati.

Lo stimolo alla scoperta di nuove cime e di nuovi percorsi è dato dalla curiosità per quelle ancora non raggiunte, presenti nell’elenco ufficiale dei 2000m. dell’Appennino, fiore all'occhiello del Club, primo elenco assoluto e riconosciuto in Italia dei 2000m. dell'Appennino. Sulla base del predetto elenco ciascuno può spuntare su una scheda le proprie cime raggoiunte e confrontarsi con gli altri in una classifica da collezione che ha il solo scopo di incitare ad uscire dai percorsi più battuti, senza spirito agonistico.

Un club quindi per chi ama la montagna e ha il piacere di collezionare le cime raggiunte e soprattutto condividerne la passione con altri escursionisti, scambiare opinioni, suggerire itinerari, chiedere informazioni sui percorsi, e ritrovarsi alla fine profondo conoscitore dell'amato Appennino.

Alla finalità sportivo-escursionistica, sopra descritta, se ne affianca poi una più ambiziosa di carattere culturale e sociale, ovvero quella di promuovere la cultura dell’Appenninismo: concetto che vuole riassumere sia la conoscenza del territorio appenninico sia la sua conservazione.

I soci del Club 2000m. sono perciò tutti Appenninisti, amanti dei monti della loro terra e gelosi conservatori della natura.

Nota: Nel 2017 si è dimesso dal Consiglio del Direttivo, Alberto Osti Guerrazzi.

L'ELENCO UFFICIALE DEI 2000 DELL'APPENNINO

Il Club 2000m. non potrebbe esistere senza l’elenco delle cime appenniniche che raggiungono o superano i 2000m.

La sua redazione è stata un lavoro complesso, basato su analisi di documenti e cartine IGM nonchè su esplorazioni dirette del territorio per dirimere i casi controversi, sul confronto tra esperti sulla base degli elenchi parziali apparsi precedentemente (in ordine temporale quelli di: Osti; Iachini-Ferrazza; Albrizio-Carusi-Rolle).

Per facilitare il riferimento alle cime presenti su cartina IGM solo come quote, le stesse sono state denominate utilizzando criteri univoci e standard.

Nell'ultimo triennio è proseguita la verifica delle cime individuate, per ripulire da errati inserimenti o per aggiungere cime mancanti, grazie anche alla collaborazione di molti soci del Club e il nuovo elenco sarà reso pubblico a partire dalla metà del 2013.

Le finalità divulgative e di promozione della cultura della montagna dell’elenco sono state riconosciute dalla Società Geografica Italiana (SGI) e dalla Federazione italiana Escursionismo (FIE).

Con il patrocinio delle suddette SGI e FIE l’elenco ha, pertanto, la sua ufficialità riconosciuta e costituisce da ora in poi un punto di riferimento essenziale per tutti. Lo si può consultare nel menu Elenco 2000m. Con il loro patrocinio l’elenco nella versione 2010 ha una sua ufficialità  e può costituire il punto di riferimento per tutti.

Nel 2015 lo storico elenco del Club 2000m. e' entrato in una nuova fase: a partitre del 1-1-2015 ha ottenuto il patrocinio non solo della Società Geografica Italiana ma della FEDERTREK e di numerosi Club Alpini del Centro Italia, per la precisione CAI Roma, CAI Lanciano, CAI Pietracamela, CAI Frosinone, CAI Rieti e CAI Palestrina. L'elenco appare ora in due versioni distinte: quello ufficiale contenente 236 cime e quello che piu' interessa i soci, ovvero quello UFFICIALE DELLA COLLEZIONE che contiene 243 cime.

 

Per stimolare ulteriormente la curiosità degli appenninisti, ecco alcuni dati desunti dall’Elenco ufficiale dei 2000m. dell’Appennino:*

GRUPPO MONTUOSO

N. CIME

ALTEZZA MEDIA

Gran Sasso

39

2415

Maiella

28

2395

Laga

17

2228

Sibillini

27

2211

Velino-Sirente

43

2169

P. Naz. Abruzzo Lazio Molise

53

2116

Pollino-Sirino

11

2115

Reatini

6

2093

Appennino Tosco-Emiliano

7

2089

Ernici-Cantari

9

2056

Matese

1

2050

 

ALTEZZA CIME DA….A

N. CIME

2900-3000

2

2800-2900

2

2700-2800

4

2600-2700

9

2500-2600

7

2400-2500

20

2300-2400

16

2200-2300

40

2100-2200

68

2000-2100

73

*dati non aggiornati che si riferiscono all'elenco che e' stato in vigore dal 2010 al 2014)

Martedì, 28 Giugno 2011 10:24

Escursioni Concatena Monti

Scritto da
Il Club 2000m. per agevolare il peak bagging ha predisposto cartine di percorsi interessanti che consentono di toccare almeno 5 cime in una sola escursione di una giornata (concatenabili tra loro) presentati per gruppi montuosi o per sottogruppi.
Cliccate sulle icone per visualizzare l'immagine ingrandita
(disposti da nord a sud e da ovest a est, approssimativamente in scala 1:75000; al termine un riepilogo di dislivelli e lunghezze).

Escursioni impegnative di 1 giornata hanno una lunga tradizione. Eccovi alcune prestazioni eccezionali ( Fonte: www.cohp.org):
  • 1 cima - Sagarmatha: dislivello >7300 m - dal campo base alla cima in 8h10 - Pemba Dorje Sherpa
  • 2 cime - Kilimanjaro e Kenya: >8000 m , 21:40 - Barry Cliff e Rusty Baillie nel Febbraio 1964
  • 24 Marilyns: disl. 9.000 m e 110 Km - Chris Upson
  • 28 Munros: disl. 10.000 m e 110 Km - Jon Broxap
  • 77 cime del Lake district: dislivello 12.160 m e 175 km - Mark Hartell, nel 1997
Sibillini nord Sibillini sud Laga Gran Sasso ovest

Gran Sasso est Velino nord Velino sud PNALM nord - est

PNALM nord - ovest Nord PNALM nord - ovest Sud PNALM Mainarde Majella nord

Pollino    

   

 

 

Percorso

N° cime

Disl. m.

Km

Centenario (per Vado di Corno a Fonte Vetica)

6

1389

18,000

Anello della valle dell'Ambro (3 vescovi, Berro, Priora)

5

2471

25,500

Traversata Altino - Forca di Presta (cresta del Torrone)

5

1724

14,000

Traversata Forca di Presta - Foce (Redentore)

7

1132

16,000

Traversata Gualdo - Forca di Presta (Porche, Redentore)

11

1652

19,600

Anello della Sibilla da Foce (Pal. Borghese)

5

1544

17,000

Traversata da Campotosto al Sacro Cuore (Gorzano)

5

1165

17,000

Anello Malecoste e Venacquaro

7

1642

20,800

Anello del Marsicano da Opi (Serra Cappella e Forcone)

8

1545

19,300

Anello della Terratta sud (Serre Carapale, m.te Canzoni)

6

1479

20,000

Anello della Terratta nord (Serra del Carapale e Argatone)

6

1730

21,500

Anello del Greco e di Rocca Chiarano da passo Godi

5

1185

21,500

Traversata da Cartore a Massa d'Albe (Velino e Cafornia)

6

1652

16,000

Anello del Morretano (con Puzzillo e Uccettù)

9

1109

17,000

Anello del Costone (per Cimata di Pezza)

6

1072

23,500

Anello di Pizzo Deta da Prato di Campoli

5

1301

20,300

Monte S. Angelo da Vado S. Antonio (A/R)

5

1806

18,500

Monte Amaro dal rifugio Pomilio (A/R)

6

1538

25,000

Monte Acquaviva dal rifugio Pomilio (A/R)

5

1074

18,000

Anello della valle di Taranta (Punta di fondo di Majella)

5

1326

22,000

Monte Amaro da Campo di Giove

7

1983

29,000

Anello del Pollino (tutte le cime)

10

2011

23,000

Lunedì, 19 Aprile 2010 10:04

Libro i 2000 dell'Appennino

Scritto da

appennino  copertina 2000 pag A 
E' uscita nell'aprile 2010 la II edizione del volume.
Comprende tutte le 241 cime dell'Appennino dell'elenco in vigore dal 1-1- 2010 del Club 2000m (di cui l'autore è socio).

Le presentazioni del libro nella sua fase di lancio sono state:

  • martedì 4 maggio 2010 - presso CAI DI FROSINONE, Corso della Repubblica 178, FR, alle ore 18.00
  • mercoledì 19 maggio 2010 - presso LA CACCIARELLA, Via di Casal Bruciato 11, Roma, alle ore 18,30
  • poi a seguire tra fine 2010 e 2011:
  • CAI DI RIETI
  • CAI DI ROMA
  • Fiera della piccole editoria a Roma.
Lunedì, 14 Dicembre 2009 11:41

Entra nel Club 2000m

Scritto da

Iscrivendoti al Club-Collezionisti dei 2000m. dell'Appennino:

  • parteciperai con gli altri amici-collezionisti alla scoperta e divulgazione dell'Appennino
  • entrerai in una comunità di appassionati escursionisti
  • inizierai un'avventura entusiasmante che ti arricchirà culturalmente

Puoi iscriverti tra i Collezionisti :

registrandoti direttamente al sito compilando contestualmente la scheda on-line di cime raggiunte

( l’iscrizione è valida solo se si indica almeno una cima raggiunta, altrimenti vale solo la registrazione al sito e non si compare in classifica).

Con l'inserimento e l'aggiornamento delle schede si intende dato il consenso al trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. 193/2003 - Legge Privacy. In qualsiasi momento il socio potrà chiedere la correzione o la cancellazione dei propri dati con una semplice mail indirizzata all'indirizzo e-mail del Club: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

REGOLAMENTO DI ADESIONE

Cos'è il Club dei collezionisti  dei 2000 dell'Appennino

Il Club 2000m. è un club di amici della montagna, o meglio dell’Appennino, aperto a tutti, senza fini di lucro.

Finalità culturale del Club 2000m.

La finalità culturale del Club 2000m. è quella di promuovere e diffondere:

  1. la passione per la montagna in generale
  2. la pratica dello sport dell’escursionismo
  3. l’Appenninismo
  4. la difesa, la conservazione, il miglioramento del territorio montano
  5. il rispetto per la natura in tutti i suoi regni: minerale, vegetale e animale
  6. l’amicizia che nasce da passioni comuni e condivise

Perche' il Club 2000m: Appenninismo

Il Club 2000m. vuole contribuire ad essere un centro di diffusione della cultura tipica della montagna appenninica, denominata Appenninismo.

Per evitare una proliferazione inutile, occorre seguire i criteri di individuazione delle cime identificati e formalizzati da club.

Raccolta delle schede e Classifica dei soci-collezionisti

Le schede individuali pervenute al Club 2000m. o inserite direttamente sul sito dai soci saranno utilizzate per formare la “classifica dei soci-collezionisti”, che sarà composta da tre colonne, una riportante il nome e cognome del socio, una il numero dei 2000m. raggiunti e una la data dell’ultimo aggiornamento.
La classifica viene pubblicata sul sito del Club 2000m.

Aggiornamento delle schede

L'aggiornamento avviene online, direttamente daparte dei soci. 

Il Club 2000m. si riserva di approfondire le dichiarazioni rese.

 

 

Mercoledì, 30 Giugno 2010 15:52

Home Page - Benvenuto nel Club 2000m

Scritto da

Collezionando non t'accorgi ma lo diventi "

un grande, grandissimo esperto dell'Appennino!)

 
            
 
             
 
neo logo club 2000 m  

 

 

Nota

Per informazioni riguardo la richiesta degli scudetti da spedire tramite posta, potete rivolgervi al seguente indirizzoQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

001a

 

                  004 

  

                                          005

 

 

 

 

Martedì, 12 Gennaio 2010 08:03

Perché l'elenco è stato cambiato

Scritto da

Perché abbiamo cambiato l'elenco delle cime dell'Appennino oltre i 2000 m

La pubblicazione dell’elenco delle cime superiori ai 2000m dell’Appennino, sia sul volume di Alberto Osti I 2000 dell’Appennino, ed. Il Lupo 2010, sia sul sito del Club 2000m (www.club2000m.it), ha suscitato grande interesse ed una gran voglia di contribuire a raffinare l’elenco. I soci registrati del Club 2000m hanno abbondantemente superato i 600 e continuano stabilmente a crescere, confermando la validità dell’obiettivo originariamente prefissato di sviluppare la conoscenza e la frequentazione dell’Appennino.

Molti di costoro hanno fatto pervenire commenti, suggerimenti, o segnalato quelli che, secondo loro, erano errori materiali (di altitudine, di denominazione locale, o di opportunità di includere od escludere un oggetto geografico dall’elenco).

Le osservazioni, condivise, hanno generato un dibattito molto vivace. Da qui è emersa la necessità di una revisione dell’elenco proposto. Questo era comunque un work in progress, vista la novità dell’iniziativa e la difficoltà di un censimento basato inizialmente in parte solo su dati cartografici (IGM e non), non sempre disponibili con l’accuratezza metrica necessaria per le quote di elevazioni e selle, o viziate occasionalmente da piccoli errori. Le verifiche e le misurazioni effettuate nel frattempo dai proponenti indicavano la necessità della revisione di  

Per raggiungere un consenso condiviso sull’elenco si è deciso di costituire una commissione che coinvolgesse, oltre al direttivo del Club 2000m, promotore dell’iniziativa, anche esperti dei CAI locali (Avezzano, Frosinone, L’Aquila, Lanciano/Chieti, Rieti, Roma, Palestrina, Pietracamela, per citare solo i principali tra quelli coinvolti), considerati i migliori conoscitori delle montagne della propria zona.

Nel corso dei lavori sono stati interpellati esperti  di aree specifiche e studiosi  della toponomastica centro italica, quali: Luigi Ferranti, (Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse - Università di Napoli) autore di  Appennino Meridionale - Campania, Basilicata, Calabria, TCI-CAI 2010, e Antonio Sciarretta (cattedra presso IFP energie nouvelles, Paris e lettore presso ETH Zurich), autore di Toponomastica d'Italia: Nomi di luoghi, storie di popoli antichi, Mursia 2010; “La toponomastica”, in Guida turistica della Comunità montana Campo Imperatore e Altopiano di Navelli, ed. Menabò 2000; “Toponomastica della riserva naturale Monte Genzana ed Alto Gizio”, 2000; “Toponomastica del versante aquilano del Gran Sasso: la montagna di San Franco, la montagna della Ienca ed il Pizzo di Camarda, la montagna di Assergi, la montagna di Filetto”, Bollettino del CAI dell'Aquila 1995-1999; Toponomastica della Maiella orientale, ed. Menabò 1997.

La Società Geografica Italiana ha dato un importante contributo metodologico, esigendo che i criteri utilizzati fossero il più possibile scientifici, oggettivi.

Le indicazioni ricevute sono che la prominenza è il criterio più oggettivo, ma anche una denominazione storicamente nota ha una sua valenza importante. Hanno sottolineato a lungo che per identificare una cima è importante una storia, che non è possibile utilizzare criteri ad hoc o basati su eventi molto recenti, che potrebbero apparire a terzi come strumentali. Considerano ragionevole accettare una denominazione diffusa localmente, purché non da un singolo individuo, ma di uso comune almeno in un paese alla base della montagna in questione.Considerano accettabile un criterio oggettivo come la distanza, ma insufficiente come tale, in assenza di un minimo di prominenza.

 

Nel corso dei lavori si sono consultate varie pubblicazioni storiche presenti nella ricca biblioteca del CAI di Roma.

Contemporaneamente si sono effettuate le misurazioni delle quote non esplicitamente indicate nelle cartine IGM e  misurate sul terreno le distanze tra punti geografici eventualmente caratterizzabili come cime distinte.

Il contributo degli esperti coinvolti ha portato ad affinare i criteri inizialmente utilizzati per l’individuazione delle cime, ed inoltre, grazie anche alle verifiche effettuate, a migliorare l’elenco, che si presenta ora contemporaneamente pulito di alcuni errori ed imprecisioni, ed arricchito con alcune nuove cime segnalate dagli appassionati e validate dagli esperti.

Spiegazione del cambiamento rispetto all’elenco pubblicato nell’edizione precedente del libro

La pubblicazione dell’elenco delle cime superiori ai 2000m dell’Appennino, sia sul volume di Alberto Osti I 2000 dell’Appennino, ed. Il Lupo 2010, sia sul sito del Club 2000m (www.club2000m.it), ha suscitato grande interesse ed una gran voglia di contribuire a raffinare l’elenco. I soci registrati del Club 2000m hanno abbondantemente superato i 600 e continuano stabilmente a crescere, confermando la validità dell’obiettivo originariamente prefissato di sviluppare la conoscenza e la frequentazione dell’Appennino.

Molti di costoro hanno fatto pervenire commenti, suggerimenti, o segnalato quelli che, secondo loro, erano errori materiali (di altitudine, di denominazione locale, o di opportunità di includere od escludere un oggetto geografico dall’elenco).

Le osservazioni, condivise, hanno generato un dibattito molto vivace. Da qui è emersa la necessità di una revisione dell’elenco proposto. Questo era comunque un work in progress, vista la novità dell’iniziativa e la difficoltà di un censimento basato inizialmente in parte solo su dati cartografici (IGM e non), non sempre disponibili con l’accuratezza metrica necessaria per le quote di elevazioni e selle, o viziate occasionalmente da piccoli errori. Le verifiche e le misurazioni effettuate nel frattempo dai proponenti indicavano la necessità della revisione di  

Per raggiungere un consenso condiviso sull’elenco si è deciso di costituire una commissione che coinvolgesse, oltre al direttivo del Club 2000m, promotore dell’iniziativa, anche esperti dei CAI locali (Avezzano, Frosinone, L’Aquila, Lanciano/Chieti, Rieti, Roma, Palestrina, Pietracamela, per citare solo i principali tra quelli coinvolti), considerati i migliori conoscitori delle montagne della propria zona.

Nel corso dei lavori sono stati interpellati esperti  di aree specifiche e studiosi  della toponomastica centro italica, quali: Luigi Ferranti, (Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse - Università di Napoli) autore di  Appennino Meridionale - Campania, Basilicata, Calabria, TCI-CAI 2010, e Antonio Sciarretta (cattedra presso IFP energie nouvelles, Paris e lettore presso ETH Zurich), autore di Toponomastica d'Italia: Nomi di luoghi, storie di popoli antichi, Mursia 2010; “La toponomastica”, in Guida turistica della Comunità montana Campo Imperatore e Altopiano di Navelli, ed. Menabò 2000; “Toponomastica della riserva naturale Monte Genzana ed Alto Gizio”, 2000; “Toponomastica del versante aquilano del Gran Sasso: la montagna di San Franco, la montagna della Ienca ed il Pizzo di Camarda, la montagna di Assergi, la montagna di Filetto”, Bollettino del CAI dell'Aquila 1995-1999; Toponomastica della Maiella orientale, ed. Menabò 1997.

Inoltre si sono consultate varie pubblicazioni storiche presenti nella ricca biblioteca del CAI di Roma.

Contemporaneamente si sono effettuate le misurazioni delle quote non esplicitamente indicate nelle cartine IGM e  misurate sul terreno le distanze tra punti geografici eventualmente caratterizzabili come cime distinte.

Il contributo degli esperti coinvolti ha portato ad affinare i criteri inizialmente utilizzati per l’individuazione delle cime, ed inoltre, grazie anche alle verifiche effettuate, a migliorare l’elenco, che si presenta ora contemporaneamente pulito di alcuni errori ed imprecisioni, ed arricchito con alcune nuove cime segnalate dagli appassionati e validate dagli esperti.

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