Il nostro Grandissimo Appenninista è un Molisano Doc (di Pizzone-Isernia) che purtroppo non ha potuto raccontare la sua storia durante la 13^ Serata Sociale del Club 2000m (svoltasi proprio a Isernia) perchè influenzato. Era presente la moglie, anch'essa Grandissima Appenninista, Elisa Rossi. Antonio è il sovrano delle Mainarde (la sua palestra naturale), ha terminato il progetto del Club 2000m il 24 settembre del 2016 conquistando tutte le vette in meno di 21 mesi (primo Molisano).
E' sempre stato amante delle montagne, salì per la prima volta la sua adorata montagna il Monte Meta all’età di dieci anni e rimase folgorato da tanta bellezza, infatti fino ad oggi l’ha scalata più di 200 volte per tutte le vie d’accesso sia nel periodo estivo che invernale (111 volte negli ultimi 21 mesi) non dimenticandosi delle altre cime vicine.
Dopo aver raggiunto TUTTE le Cime dell'Appennino ha cercato con gli anni di alzare sempre più il proprio livello e ha scalato 20 vette over 3000 m delle Dolomiti per poi iniziare a salire i 4000 m delle Alpi. Il primo fu la Punta Nordend (4609 m, uno dei più tosti con quasi 1800 metri di dislivello) dal Rifugio Monte Rosa Hutte e il secondo Allalinhorn (4027 m) salito per la cresta Est ( Hohlaubgrat).
Però nel 2017 ha dovuto interrompere le sue scalate perchè ha scoperto di avere una malattia: un tumore molto raro (1/100000) persone, ha lottato come un leone e combattuto con tutte le sue forze nei quattro anni successivi di cui tre di terapia e alla fine ne è uscito vincitore (può essere da esempio per tante altre persone che ora stanno lottando per sconfiggere questo brutto male, “MAI ARRENDERSI” il suo motto) e dal 2021 ha iniziato di nuovo con i suoi allenamenti e a scalare le sue amate montagne.
Nell’ultimo anno ha scalato sei 4000 m tra cui la vetta più alta dell’Europa Occidentale “il Monte Bianco 4810 m.” ed ecco cosa ha scritto sul suo profilo social di Facebook:
Un sogno da raggiungere è una vetta da scalare
Biancheggia la sua cima ammantata di neve alle volte scaldata dal sole tiepido, si staglia maestoso a colpire la volta del cielo, nella sua magnificenza il più imponente dell'Europa Occidentale... il Monte Bianco (4810 m.s.l.m.). Un sogno per un uomo che, come me, porta nel cuore la passione di scalare le montagne. Un sogno che da sempre sentivo mio. Un brivido nel cuore quando ne sentivo il nome. Un sobbalzo dell'anima sognando le mie impronte sulla candida neve della sua vetta. Ma mai potevo immaginare che un giorno, quella divina vetta, sarebbe stata mia.
Così, in questa tranquilla giornata di novembre, dopo gli incoraggiamenti più sinceri dei miei amici più stretti e dei miei familiari, mi prendo qualche minuto per scrivere la mia storia, perché ho capito che la storia del Monte Bianco è una storia che deve essere raccontata e che ha già aspettato fin troppo.
Ricordo ancora la mia irrefrenabile gioia quando riuscii a programmare il viaggio sul Monte Bianco per il 2017. Una felicità al momento indescrivibile... ma che non fu altro che l'inganno di una bella illusione.
Mi ammalai, un tumore rarissimo. Sentii il mondo crollarmi addosso. Vidi davanti a me il mio sogno infrangersi come vetro e cadere ai miei piedi. Vidi l'immagine del Monte Bianco sgretolarsi davanti ai miei occhi, pensai che tutto era perso, che era finita ma, in realtà, non avevo ancora capito che era appena cominciata.
Mi operarono per rimuovere il tumore e all'operazione seguirono tre lunghi anni di terapia. Il Monte Bianco sembrava sempre più lontano e la tristezza era tanta, ma la mia forza di volontà è stata più forte dello sconforto e io lottavo, lottavo con tutte le mie forze, senza mai pensare di arrendermi. Le poche volte in cui mi sentivo abbattuto cercavo di tirarmi su il morale pensando al lato positivo della situazione: avevo scoperto la mia malattia prima che i sintomi si aggravassero e fosse troppo tardi per intervenire; così sono riuscito a combatterla.
I tre interminabili anni di terapia non sono stati facili, quando non ero troppo stanco, per evitare di perdere l'elasticità muscolare, cercavo di tenermi in movimento con piccole passeggiate nella bella stagione e con la Speed Bike o il tapis roulant quando il tempo non era dalla mia parte, nonostante la spossatezza dovuta alla malattia.
La terapia è stata come una montagna da scalare con il vento che minacciava di farmi cadere giù, la neve in cui sprofondavo fino al collo ed enormi valanghe che rischiavano di travolgermi correndo per i pendii verso di me; mi sentivo come sull'orlo di un precipizio nel quale stessi per precipitare da un momento all'altro scivolando sul ghiaccio. Ma nonostante le difficoltà e gli ostacoli, con le piccozze e i ramponi della mia buona volontà e della mia determinazione, sono riuscito a giungere sulla vetta.
Così sono guarito, ho vinto la malattia.
Ripresi dunque i miei allenamenti, imperterrito e deciso come non mai.
Percorrevo decine di km e tanto dislivello con la Mountain Bike. Salivo sul mio amato Meta più volte al giorno, oppure partendo da casa mia a Pizzone, arrivavo fino in vetta al Meta e alternavo i giorni, a seconda di come mi sentivo, spingendomi anche fino a la Metuccia e Monte a Mare, oppure a Torretta di Paradiso e Monte Miele dalla Valle Pagana... Tutto questo per ottenere più km ma soprattutto più metri di dislivello possibili. Portando con me nello zaino bottiglie d'acqua, ramponi e altri oggetti, arrivando fino a 10 kg di peso, per abituarmi al peso che avrei dovuto portare sulle spalle nella scalata.
Il sogno del Monte Bianco stava pian piano cominciando a riprendere forma e colore.
Così, finalmente riuscii a programmare il mio sogno per luglio 2022.
La felicità era tanta, l'emozione era forte, così forte che il tempo sembrò non esistere fino a quando, il 14 luglio del 2022, alle ore 05:52, col cuore congelato in un tumulto di emozioni indescrivibili e lo stemma del mio amato Pizzone sul petto, mossi gli ultimi passi che mi portarono sulla vetta imperlata di neve del Monte Bianco.
La salita fu tutt'altro che facile per via della situazione dei ghiacciai che non erano nelle condizioni migliori a causa della torrida estate.
Quando fui sulla cima mi fermai, chiusi gli occhi, il cuore batteva forte nel petto, inspirai a fondo l'odore del gelo, in lontananza il sole si preparava a nascere; il mio sogno si era materializzato. La leggera foschia si dissolveva lentamente e il cielo macchiato dalle nuvole sembrava sorridermi compiaciuto. Sorrisi anch'io, inebriandomi di un senso di soddisfazione senza pari. Sorrisi, per poi sentire diverse lacrime calde scendere a rigarmi il viso, pensando a tutto quello che mi era successo precedentemente.
Ce l'avevo fatta.
Chinandomi, toccai un po' di neve e, quando mi rialzai, notai che sul mio guanto erano rimasti dei fiocchi, erano pezzi del mio sogno divenuto realtà. Afferrai allora la neve a mano aperta: tenevo letteralmente in pugno il mio sogno.
La discesa dal Bianco fu serena, le mie labbra ancora stirate in un sorriso vittorioso. Nonostante stessi camminando in discesa, per me era come risalire: perché un pezzo del mio cuore era rimasto lì, incastonato per l'eternità tra i cristalli della neve perenne che imperla la cima del Monte Bianco.
Antonio Rossi sulla vetta del Monte Bianco
Il Cervino 4478 m: una montagna tra le più pericolose delle Alpi e non solo...Il secondo Molisano in assoluto a raggiungere la cima, il PRIMO Molisano tra i comuni mortali, perchè prima di lui c'è salito una Guida Alpina, ed ecco cosa ha scritto sul suo profilo social di Facebook:
Questa volta l'ho fatta grossa!
È ormai passato un anno (14 luglio 2022) dalla mia conquista del Monte Bianco (il più alto dell'Europa Occidentale con i suoi 4810 m.s.l.m.), che non ha fatto che far crescere ancora di più in me il desiderio di spingermi sempre più oltre. Mi diedi subito nuovi obiettivi e mi concessi qualche sogno più azzardato; uno fra tutti, il più desiderato, il più pericoloso delle Alpi e non solo, il Cervino, Matterhorn o Gran Becca (4478 m.s.l.m.). Le nitide immagini della sua cima aguzza che si stagliava a colpire la volta celeste mi incutevano un certo timore, nonostante la forte attrazione per quella vetta così suggestiva. Era proprio un sogno.
E ai sogni, si sa, a volte tocca aspettare. Ma i sogni, si sa, spesso ci accontentano per caso. Ricevetti una telefonata da Torino: una cugina. Un suo amico, il quale aveva prenotato per salire sul Cervino, aveva avuto l'incombenza di un infortunio. Fui invitato ad andare al suo posto. Non potevo crederci, la fortuna era dalla mia parte. Quella notte non dormii per l'agitazione, avevo pochissimo tempo per decidere se accettare la proposta di questa nuova e grande sfida.
Da combattente di natura quale sono, decisi di cogliere l'occasione: un colpo di fortuna di quella portata non poteva assolutamente essere sprecato. E poi, due settimane prima ero salito su Punta Castore (4228 m.s.l.m.), ero ben allenato e soprattutto acclimatato. Avevo quindi aspettative positive. Pochi giorni dopo, il 21 luglio 2023 alle ore 7:40, senza neanche tutto il tempo necessario per metabolizzare quel groviglio di sensazioni, i miei ramponi puntellavano il suolo della vetta del Cervino. La salita, per non parlare della discesa, sono entrambe molto dure già normalmente. La discesa inoltre è stata resa ancora più ardua da una bufera di neve e da dieci centimetri di neve fresca che hanno reso l'avventura ancora più pericolosa.
Ma nonostante tutto la fortuna ha continuato a camminarmi di fianco, dall'altro lato invece mi accompagnava l'esperienza. Mentre, ad aprirmi la strada, davanti a me, c'era la mia imperterrita forza di volontà.
Scrivo queste righe con lo stesso tremore nelle mani con cui tenevo il telefono il giorno di quella inaspettata e sorprendente telefonata. Questa conquista è un'altra splendente perla da aggiungere alla mia collana.
Antonio Rossi sulla vetta del Monte Cervino
In totale i 4000 m scalati sono otto, in sequenza: Punta Nordend (4609 m) e Allalinhorn (4027 m) saliti nel 2016, Breithorn W Occidentale (4164 m), Breithorn Centrale (4160 m), Monte Bianco (4810 m), Dome du Gouter (4304 m), Castore (4228 m), Monte Cervino (4478 m) saliti tra il 2022 e 2023.
Esempio di tenacia, combattività, tanta forza di volontà, coraggio e orgoglio per tutta la comunità Pizzonese.