NEWS N.43 del 22 Dicembre 2015

--
--
Notizie di montagna dal Club 2000m (a cura di Francesco MANCINI Componente del Consiglio Direttivo e Grande Appenninista)

Francesco MANCINI ed il CLUB 2000m ringrazia per tutto l'entusiasmo e  informa che in occasione delle festività la News va in riposo dando appuntamento per Martedi 12 Gennaio 2016.

AUGURI DI BUONE FESTE !!!




 
---

200 CIME IN STILE INGLESE PER IL NUOVO GRANDE APPENNINISTA LUCIANO GRASSI


La copertina di questa settimana è dedicata al nuovo Grande Appenninista di Lanuvio il nostro Luciano GRASSI che il 15 Novembre 2015 alle ore 10.04 ha raggiunto le 200 CIME sul Monte Palombo (Alt.2013m) nel PNALM.


La mia conoscenza con il Caro Luciano è nata casualmente tramite il profilo FB del CLUB 2000m.

Già verso gli ultimi mesi dell’anno 2014 Luciano postava delle bellissime fotografie di montagna che lo ritraevano molto giovane nei posti più lontani dell’Appennino e questa cosa già mi aveva incuriosito molto in quanto si vedeva che non era il solito montanaro che viveva lo montagna nei luoghi classici dell’Appennino ma già da giovanissimo era alla ricerca di quelle che sono diventate le nostre montagne.

Foto in bianco e nero oppure riscannerizzate da diapositiva che lo portavano  in luoghi inesplorati.

Da queste foto capivo che Luciano era un antesignano dell’Appenninismo, un esploratore dei  luoghi più nascosti e che le distanze non lo spaventavano, proprio nello spirito del Club 2000m. (qui sotto lo vediamo sul Pollino).



Finalmente il 19 Gennaio di questo anno mi scrive chiedendomi l’amicizia e la cosa che più mi colpisce è questa frase : “ Voi avete una grande passione vedendo le foto di Gruppo al compleanno di Mauro TRECHIODI, quelle foto mi hanno fatto pensare molto a questa passione smisurata che ci accomuna…”



Non mancava molto quindi al nostro incontro in montagna che avvenne il 20 Febbraio del 2015, in quel della salita ad una Montagna che non era superiore ai 2000m, ma che manteneva intatta la sua bellezza sia per la posizione sia per il grande stato di innevamento che abbiamo trovato… il MONTE NURIA della Catena dei Cicolani (Questo per dimostrare che noi del Club 2000m non andiamo in montagna solo per fare collezionismo come alcuni pensano ma solo per pura passione al di la dei metri di altitudine).

Da quel momento Luciano è entrato a far parte del Club 2000m con tutto lo spirito e l’entusiasmo che si evince dalla foto qui sotto che ha riportato una frase emozionante : “ UNA PASSIONE…LUNGA QUANTO UNA VITA !!! “



Quando incontrate Luciano sulle montagne noterete subito il suo anticonformismo già nell’abbigliamento  che rispecchia il Suo modo di essere legato al passato.
Il Suo stile infatti è tipicamente inglese sia nel suo humor che nella concezione di vita (minimal anche nel festeggiamento delle 200 Cime come vedete in foto).



Persona di grande cultura diletta coloro che salgono in montagna con Lui con le Sue conoscenze di botanica, geologia e tutto ciò che ruota intorno alla montagna ma non solo.

Esperto di meteorologia con Lui stai tranquillo in quanto le Sue previsioni meteo difficilmente possono trovare riscontri negativi.

Grande sportivo non manca il suo allenamento costante anche nella corsa che trova bellissimi risultati anche nelle gare di corsa in montagna che spesso lo trovano protagonista.



Insomma Luciano è il patner ideale per tutti coloro che vogliono arricchire la propria esperienza di vita.



Grazie Luciano per il Tuo inconfondibile sorriso che contraddistingue la tua vita e noi del Club 2000m che abbiamo avuto la fortuna di conoscerTi
.



 



UN BEL REGALO DI NATALE DA COMPRARE PER I VERI APPENNINISTI




Invitiamo i nostri iscritti che vogliono fare un bel Regalo di Natale a visionare la nuovissima e diversa Guida edita dalla SER “ CRESTE D’APPENNINO “ – 32 Bellissime Escursioni di Cresta scelte da esperti Appenninisti.

Quello che caratterizza questa Guida è che diversi autori delle escursioni sono accomunati dalla appartenenza al Club 2000m tanto che gli Editori hanno ringraziato Francesco MANCINI e Alberto OSTI GUERRAZZI, come autorevoli esponenti di tale gruppo, per l’utile confronto avuto nella stesura del Libro.

Per acquistare la vostra copia potete fare riferimento al sito dell'editore:

www.edizioniillupo.it



UN BEL REGALO DI NATALE DA COMPRARE PER CHI AMA VIVERE LA MONTAGNA CON IL PROPRIO CANE



Dopo un grande ed appassionante lavoro per selezionare i sentieri più belli dell'Appennino che possano essere percorsi in compagnia dei nostri cani, la prima guida italiana di Dogr Trekking è uscita per le Edizioni Il Lupo ed è in vendita nelle migliori librerie del paese.

Dog Trekking in Appennino - 44 itinerari per vivere la montagna con il tuo cane.

Una guida ai sentieri più belli dell'Appennino Centrale da percorrere in compagnia del proprio cane.

Con un ampio capitolo introduttivo per aiutarvi a capire meglio il vostro cane e quali escursioni siano adatte a lui.

Gli itinerari si svolgono nei seguenti gruppi montuosi: Sibillini - Reatini e Terminillo - Sabini - Lucretili - Tolfa - Lago di Bracciano - Sirente Velino - Gran Sasso e Monti della Laga - Simbruini ed Ernici - Lepini ed Aurunci - Marsicani - Altipiani Maggiori d'Abruzzo.

Per acquistare la vostra copia potete fare riferimento al sito dell'editore:

www.edizioniillupo.it

Melody ed io rimaniamo a disposizione per domande e chiarimenti riguardanti gli itinerari descritti nella guida.

Buona Lettura

Luigi Nespeca & Melody



UNA BELLA DEDICA AL CLUB 2000M

In occasione della Presentazione del nuovo Libro di Vincenzo Abbate " MONTE TERMINILLO " del 19 Dicembre 2015 a Palestrina.




 

commemorazione di pino sabatini


 

 
DALLA RIVISTA TELEMATICA CHE RINGRAZIAMO PER LA DISPONIBILITA' E PER LA NOTIZIA

A distanza di un anno, il 27 dicembre 2015, a Prati di Tivo si terrà una giornata di eventi in ricordo di Pino Sabatini.

Il tam tam sta partendo da Facebook dove è stata creata una pagina: Ricorderemo il nostro amico!

Alle 14:30 ci vediamo tutti ai locali SIGET sotto al bar Prati di Tivo.

Durante l’evento verrà ribattezzato il Canale di Mezzo sulla parete Nord di Corno Piccolo a suo nome e Roberto Iannilli illustrerà la via dedicata a Pino sul Paretone di Corno Grande!

Sarà ricordato anche David Remigio che, insieme a Pino, perse tragicamente la vita durante la salita a Corno Piccolo il 14 dicembre 2014!

A seguire la proiezione delle numerose foto che ci avete inviato! 

Alle 16 tutti con gli sci ai piedi per la “fiaccolata” dall’intermedia della seggiovia.

 Giunti in piazza faremo festa!

 Ringraziamo la SIGET per il supporto logistico, la scuola Sci Gran Sasso d’Italia e lo sci Club Aquilotti per il supporto alla fiaccolata, l’Associazione alpinisti del Gran Sasso, la concessionaria Toyota Antonio Di Ferdinando e l’Azienda Agricola Cerulli Spinozzi.

 In ultimo, nel pieno rispetto della sicurezza, saremmo felici se qualche alpinista fosse interessato a portare una fiaccola sul Corno Piccolo durante la giornata di saluto ai nostri amici!”.


   
    
DALLA RIVISTA " ALTITUDINI " UN PARTICOLARE E DIFFICILE ARTICOLO DI APPROFONDIMENTO

Educare alla morte in montagna
by Giorgio Madinelli


Cervo, qui assunto a simbolo apotropaico, utile ad allontanare l'idea di morte, mentre tutto il testo verte sulla vita (ph. Andrea Fiorot)
 
Questo è un breve saggio che si può riassumere così: per evitare di lasciare la pelle in montagna, bisogna essere consapevoli che si potrebbe morire.

 Il riassunto è per quanti non hanno tempo e voglia di leggere in internet, o per chi invece legge, ma lo fa come uno che passeggia nel bosco e ogni odore, ogni rumore che sente, lascia il sentiero principale e corre dietro alle sue ispirazioni.

 Alla fine non capisce niente, tranne che il suo pensiero inseguito.
 
SI FA PRESTO A DIRE EDUCAZIONE!

 L'educazione si fonda sul desiderio di migliorare, è un processo infinito che guida l’uomo verso un costante miglioramento di sé. Ha il futuro come dimensione del suo agire; è in fondo una disciplina utopica. Attraverso il percorso educativo l’uomo è chiamato a definirsi, a dotarsi di una forma propria, quindi a differenziarsi e a tracciare dei confini: essere dunque se stesso.

COSA VUOL DIRE EDUCARE ALLA MORTE?

 Oggi il modello sociale che prevale è quello della eterna giovinezza e salute, dove non c’è spazio per il dolore e la sofferenza. La medicina e la tecnologia ci regalano l’illusione dell’immortalità, quindi educare alla morte resta controtendenza.

 In sostanza oggi si delega questa problematica alla scienza e alla tecnologia: per intenderci la morte viene relegata negli ospedali o spettacolarizzata dai media (che è ancora peggio); questo ci priva di una necessaria componente culturale, dove per cultura non s'intende la mera conoscenza delle cose, bensì un modo di porsi nel quotidiano e nel reale con sé e con gli altri.

Per la maggior parte degli individui la morte rappresenta un evento che, nonostante la sua inevitabilità, si tenta di fuggire, inserendosi freneticamente nel turbinio della vita, vivendo frettolosamente il tempo presente e proiettandosi di gran carriera in quello futuro, con una miriade di progetti da realizzare. Quest'atteggiamento, tipico della società cui apparteniamo, contiene un grande paradosso: più l’uomo corre per sfuggire alla morte, più le va incontro.

Il filosofo tedesco Max Scheler diceva: “Ad ogni attimo della vita lo spazio del tempo passato si dilata, quello del presente si comprime e quello del futuro diminuisce inesorabilmente, tutto tende verso la morte o, si potrebbe anche dire con un’immagine rovesciata, la morte stessa, nella veste di futuro, viene incontro al nostro presente.”
 
VITA E MORTE. ESSERCI E NON ESSERCI PIÙ.

 Per comprendere la morte abbiamo bisogno di capire la vita che è un viaggio tra tutta una serie variabile di attaccamenti e separazioni; a cominciare dalla sfera famigliare e poi via via in tutte le occasioni di conoscenza con gli altri durante tutto l'arco della nostra attività lavorativa e sociale.

Per acquisire consapevolezza della propria esistenza occorre passare attraverso l’accettazione di un limite: la finitezza della vita.

 Accettare la morte come limite naturale dell’esistenza aiuta a valorizzare maggiormente la vita.

 Educare alla morte aiuta a divenire più coscienti della propria esistenza, un’esistenza che accetta la gioia ma anche il dolore e la perdita. Vita e morte sono dunque strettamente collegate e non v'è l'una senza l'altra.

Heidegger sostiene che, per lo più, gli uomini sfuggono davanti alla loro realtà e la interpretano erroneamente; essi considerano la morte come un evento indeterminato, che, certamente, un giorno o l’altro finirà per accadere, ma che, per intanto, non è ancora presente e quindi non ci minaccia.

In questa prospettiva dunque, pensare alla morte, non solo non ha senso, ma addirittura è interpretato come una pusillanime fuga davanti al mondo.

 Per Heidegger, invece, tutto questo nasce unicamente dal non avere il coraggio dell’angoscia, la sola che porrebbe l’uomo davanti a se stesso in modo autentico, facendogli comprendere che la morte non ha solo una certezza empirica, derivante da un calcolo statistico dei casi di morte registrati, ma che essa è la possibilità suprema dell’uomo, insuperabile, possibile ad ogni attimo, quindi certa.

Sempre Heidegger afferma che vita significa esserci e morte non esserci più. In questa visione esistono solo due tempi verbali: il presente (esserci) e il futuro (non esserci più); il passato “essere stato” non esiste poiché presuppone che per essere stato ora non ci sei più, quindi morto.
 
MEDITARE SULLA MORTE ACCRESCE LA GIOIA DI VIVERE.

 Se la nostra morte, pur certa, non possiamo sapere come viverla, affrontarla, poiché esula dalle nostre previsioni, e può capitare in ogni istante, cogliendoci impreparati, possiamo però spendere al meglio il nostro presente, l'esserci, che è la vita ed è l'unico tempo a cui possiamo dare un indirizzo e farne buon uso.

Meditare sulla morte, diceva Seneca: “Può aprire un facile accesso alla libertà; chi ha imparato a morire ha disimparato dall'essere schiavo delle servitù del mondo.

 La meditatio mortis sconta ratealmente e in anticipo la paura della morte, la diluisce lungo l'arco della vita. Attraverso la duplice strategia della valorizzazione del presente e della complicità con la morte si ottiene l'accrescere della gioia di vivere e si diminuisce il timore della morte.”

Ecco dunque i due elementi fondamentali per educare alla morte: consapevolezza del proprio limite naturale e intensa dedizione al presente del nostro esistere.

L'insieme di queste due idee è la vera libertà, affrancamento dalle paure e dalle inutili istanze che sommergono l'essere umano in questa nostra società.

 Vero i monti dell'Alpago (ph. Musashi Federico)

 MONTAGNA E MORTE. La montagna è un ambiente pericoloso, causa la forza di gravità che lo governa. Le cronache ci aggiornano quasi quotidianamente sulle disgrazie che vi accadono.

Chi affronta la montagna dovrebbe essere educato alla morte.

Questa affermazione può risultare ridicola e grottesca per tutti coloro che in montagna vanno a spasso, si ritemprano con aria buona, buon cibo, natura da vivere e assaporare. Anche quelli che affrontano difficoltà maggiori e che si affidano all'attrezzatura e alla tecnologia, potrebbero dissentire.

Si dice che la montagna sia maestra di vita; aggiungo che se non ci educhiamo alla morte, la montagna nulla ci può insegnare.

Ricordando una frase di Bruno Detassis, interprete della saggezza popolare di altri tempi, quando gli chiedevano quale fosse la cosa più importante dell'andare in montagna, egli rispondeva: “Tornare a casa!”

Per ritornare a casa sempre, converrete con me che ci voglia qualcosa di più della fortuna. E questo qualcosa di più non sono i chiodi a pressione o il gps (tanto per citare alcuni feticci della sicurezza) bensì l'approccio culturale e spirituale che dovrebbe guidarci; privi di questo la montagna è soltanto un luna park, una impalcatura per arrampicare, come diceva Kugy.

RISPETTARE IL NOSTRO LIMITE NATURALE.

 Il primo passo da compiere è il rispetto per il nostro limite naturale, la morte, la sua comprensione, che di riflesso ci induca ad amare profondamente ciò che facciamo, poiché non ci resta che quello, l'istante in cui viviamo potrebbe essere l'ultimo.

Si deve, ogni qualvolta necessita una decisione, un'azione, chiedersi se questa riguardi il momento che viviamo o un ipotetico futuro; ciò che si è deciso di fare ci deve allontanare dall'unico futuro certo: la morte.

 Fanno parte del futuro ipotetico tutte quelle pulsioni che non sono altro che fumo negli occhi: competizione, conquista, ambizione, narcisismo, successo.

Dobbiamo trasformare l'angoscia per il nostro destino, in scelte e azioni che ci permettano di vivere ancora e gioire ancora, della bellezza suprema della natura.

 Così si inizia una educazione di sé che non termina dopo aver colto i primi rudimenti, anzi, come dicevo nell'introduzione, esso è un processo infinito di miglioramento.

 Diviene ricerca di noi stessi, crescita di un Io davvero libero, di una forte personalità e grande serenità interiore.

Per dare un senso alla propria vita, diceva Michel de Montaigne, come alla propria morte, quindi per abituarsi al pensiero della morte, bisogna portarlo sulla spalla come i signori del suo tempo portavano sulla spalla il falcone quando andavano a caccia nei boschi e sulle rive della Dordogna, per abituare se stessi e l’uccello cacciatore a stare insieme e prender confidenza l’uno dell’altro.

Se segui quel consiglio, lei ti diventa amica.

 In fondo fa parte della tua vita che avrebbe tutt’altro sapore se tu non sapessi di quell’appuntamento finale.

 

---

ALTRE ​​MANIFESTAZIONI IN MONTAGNA

 

27 DICEMBRE 2015 sulla MAJELLA



DAL 29 DICEMBRE 2015 a ROCCA DI MEZZO




 
Follow us | facebooktwitterpinterestrss
--
--
Powered by AcyMailing