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CHRISTIAN GHINI IL NOSTRO DOTTORE GRANDE APPENNINISTA
La copertina di questa settimana è dedicata al nuovo Grande Appenninista Christian Ghini che sul Monte Godi del PNALM l'8 di Dicembre del 2015 ha raggiunto questo grande traguardo.
Ho conosciuto Christian il 13 Febbraio 2015 quando iniziammo, tramite Fb, a parlare di montagna ma solo a Luglio riuscimmo a salire insieme sopra alcune montagne del gruppo del Marsicano.
Dal vivo ebbi la conferma della Sua grande passione per il Club 2000m che lo ha portato a scrivere la bellissima dedica che leggerete qui sotto e che non ha bisogno di nessun commento.
Ciao Christian e grazie !!!
200: L' emozione non ha voce di Christian GHINI
Dedicato ai miei unici ed insuperabili amici: Antonio, Davide, Ludovico, Elisa, Fabio, Domenico, Ilona, Svetlana , Elena , Augusto, Maurizio, Paola, Valerio Anna, Leda.
L'emozione non ha voce ,oggi, per una delle più belle giornate della mia vita. Non solo il raggiungimento di un obiettivo e l'esaudimento di un sogno ancora da realizzare completamente, ma soprattutto, l'aver potuto condividere questa gioia con i miei più cari amici, amici che le montagne mi hanno regalato e che proprio per questo sono ancora più preziosi e speciali.
Persone vere, sincere, genuine, che mi accompagneranno sempre nella vita, e sulle quali saprò di fare sempre affidamento.
Questo per me è stato il regalo più prezioso, e la vera conquista, in questo giorno memorabile.
Dedico questo mio risultato innanzitutto alle Montagne, compagne perenni, sorelle, mamme, amiche.
Maestre di vita e valide consigliere.
Le Montagne mi hanno saputo educare, mi hanno aiutato a capire e a capirmi, mi hanno emozionato, ammaliato, compreso, confortato, spronato, ammonito. Sono state la voce della mia coscienza, a volte gentile, suadente, appagante altre volte severa ed intimidatrice.
La loro essenza è stata sempre dentro la mia anima: nell'imperioso ed incommensurabile silenzio che le pervade, nelle troneggianti e svettanti guglie, nelle geometriche e spigolose cuspidi delle cime, nelle linee sinuose e frastagliate delle creste, nelle impervie e scoscese pareti, nell'infinito spazio dei panorami, nella oscura profondità delle valli, nel gioviale sorriso dei fiori, nel morbido abbraccio dei prati, nell'esasperante urlo del vento tra i bastioni rocciosi, nei delicati profumi del bosco, nello scintillante barluccichio della neve, negli echeggianti rauchi bramiti dei cervi, nei soffianti sibili dei camosci.
Mi hanno saputo accogliere ed abbracciare, ma anche allontanare con la loro fiera e dominatrice asprezza. Ed è proprio quando mi hanno respinto che lo apprezzate e amate ancora di più.
Perchè è lì che ho capito il significato del rispetto.
Il rispetto che bisogna dare e pretendere sempre nella vita di tutti i giorni.
Il rispetto di se stessi innanzitutto, per avere sempre una dignità con la quale affrontare la vita, e il rispetto che bisogna dare agli altri, alle persone che ti vogliono bene, e sanno a loro volta rispettarti.
Se rispetti la montagna lei ti rispetta. Se sai rispettare la montagna, rispetti te stesso e quindi gli altri.
Dedico poi queste 200 vette a chi mi ha impresso il culto della montagna sin da piccolo.
A chi per primo ha condiviso con me le sue emozioni: a mio nonno. Anche se ha vissuto la montagna in maniera diversa dalla mia, è lui che, portandomi con se sui monti Sibillini mi ha infuso questa passione che ha poco a poco è cresciuta e si è risvegliata dentro di me, alimentandosi come una fiamma inesauribile.
Se fosse ancora vivo, lo avrei portato con me oggi, sulla mia 200 ima vetta, e avrei condiviso anche con lui questo momento magnifico, abbracciandolo stretto stretto.
Dedico quindi a voi tutti, amici miei, questo risultato. Grazie a chi è stato con me, e a chi, non potendo esserci, mi ha comunque fatto sentire il suo affetto. Siete stati tutti doni preziosi che le montagne mi hanno concesso. Il regalo più bello.
La vera conquista. La conquista dell'amicizia è quanto di più pieno e appagante si possa ottenere. Avete tutti un'anima ed un indole sensibile, nobile, onesta, trasparente come l' aria che si respira in montagna. Siete figli delle montagne, e quindi miei fratelli. Il legame che mi lega a voi sarà indissolubile, eterno.
Dedico anche al club 2000, come istituzione, queste mie 200 vette perchè è grazie al Club 2000 che ho avuto il pretesto e lo stimolo per iniziare a girare ad ampio raggio, conoscere, e scoprire tutte queste magnifiche vette del nostro amato Appennino.
Mancando questo pretesto, sarei comunque sempre andato in montagna, ma sicuramente non avrei avuto modo di conoscere tutti questi luoghi meravigliosi, e anche molti di voi amici miei.
L'augurio che faccio al club è che non perda mai questa sua vera dimensione, la dimensione delle persone che ne fanno parte, che lo alimentano ogni giorno con le loro esperienze e con il loro racconti.
E' questa la caratteristica che lo contraddistingue ancora da tante altre realtà ormai minate nei loro intenti, dove non esiste più il gusto e l' entusiasmo dell'andare in montagna e del condividere in pieno con gli amici, i valori che questa ti offre ogni volta.
Dedico infine a me stesso questo risultato, non perchè voglia peccare di presunzione, ma semplicemente perchè, ad un certo punto della mia vita, sono stato capace di voler cambiare, e di voler trovare nelle montagne una via di uscita da tante situazioni complesse, un aiuto, una risposta, un conforto che poi, nel tempo, mi ha saputo ripagare in pieno.
E' come se avessi avuto l'intuizione giusta, lo spunto per iniziare ad interpretare la vita diversamente, e ad avere una prospettiva più sensata e più proporzionata del tutto. Dall'alto delle montagne il mondo che ti circonda si rimpicciolisce e si ridimensiona.
Tutto sta più in basso e lontano. E tu lo guardi, lo scruti dall'alto, distaccandotene, sentendoti privilegiato ad essere lì in quel momento, a provare tutto ciò.
Ed anche i pensieri che ti affliggono e ti tormentano, sembrandoti, nella vita quotidiana, dei mostri minacciosi, si ridimensionano, non svanendo certo, ma diventando più eterei ed inconsistenti, impalpabili, più leggeri, più sopportabili. In una parola: più reali.
Molte volte, infatti, è la nostra estrema emotività che esaspera tutto, e il vivere nello stesso monotono contesto quotidiano può condizionarti nel valutare in maniera distorta e fuorviante alcune circostanze spiacevoli della vita, sopravvalutandole nella loro negatività.
L'esperienza catartica della montagna ti aiuta invece a comprendere come tutto vada affrontato senza esasperazione, senza eccessi, senza drammatizzazione e senza una spasmodica ostinazione nel voler pretendere una soluzione immediata ai problemi, che poi spesso si rileva come una scelta sbagliata. Capendo il giusto significato degli eventi, e dandogli il giusto peso, li impari ad affrontare con più consapevolezza e determinazione, scoprendo che anche le esperienze più negative in realtà, se correttamente interpretate e valutate, ti aiutano a crescere e a maturare. Tutto questo l'ho imparato lentamente, poco alla volta, ma oggi posso dire che il trovare il giusto equilibrio dentro di me nell'affrontare varie situazioni, mi ha fortificato enormemente e mi ha riempito di energia.
Sono contento di queste mie conquiste, e siccome nella vita non si finisce mai di apprendere e di conoscere, sicuramente nel nostro prossimo futuro avremmo modo di arricchirci sempre di più.
ALTAQUOTA DI ROMA
Alta Quota nei giorni di SABATO 16 (chiusi) e DOMENICA 17 GENNAIO 2016, organizza il solo originale "MountainEvent 2016", come da lunga tradizione...
E' una nostra iniziativa, nata nel 2008, per offrire l'opportunità di provare le discipline che si possono vivere in montagna durante la stagione invernale e provare il materiale più adatto all'attività tecnica prescelta!
Gruppi accompagnati e attrezzati da Alta Quota (utilizzo gratuito del materiale, come: sci da fondo e scialpinismo o da freeride, ramponi e piccozze, ciaspole, ARTVA pala e sonda... e per l'accompagnamento), all'insegna del divertimento e della sicurezza, per "vivere le montagne" in ambiente invernale con le ciaspole, con i ramponi, o sciare in fuori pista con gli sci da fondo e con gli sci da scialpinismo.
PRENOTAZIONE per l'albergo e INFO "Winter Mountain Test"... presso il negozio Alta Quota Roma o scrivere a - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Alta Quota Via G. Benzoni 37 0631058094 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Lu 15.30-19.30. Mar-Sab 10.30-14.15 15.15-19.30
MOUNTLIVE
Pubblicato: mar, dic 29th, 2015 Da redazione
Gran Sasso, una via e una vetta intitolate alla guida Pino Sabbatini
La cerimonia di commemorazione della guida alpina deceduta lo scorso anno sul Gran Sasso si è tenuta lo scorso 27 dicembre a Prati di Tivo
Il 14 dicembre 2014 sul Gran Sasso persero la vita due alpinisti. Uno di essi era Pino Sabbatini, conosciutissima guida alpina nell’ambiente montano abruzzese.
Si staccò un lastrone di ghiaccio in zona Corno Piccolo a quota 2.400 metri. Pino Sabbatini, 50 anni, Guida Alpina nonché volontario del Corpo Nazionale Soccorso Alpino dell’Abruzzo, tecnico di elisoccorso e capostazione della stazione Cnsas di Teramo, accompagnava un suo storico cliente, un assicuratore pescarese di 44 anni (David Remigio), lungo il Camino di mezzo. Sorpresi dalla massa di neve e ghiaccio ceduta scivolarono nel dirupo per circa 400 metri.
A distanza di un anno, il 27 dicembre, a Prati di Tivo si è tenuta una giornata di eventi in ricordo di Pino. Il tam tam è partito da Facebook.
A Pino sono state intitolate una vetta e una via alpinistica sul versante teramano del Gran Sasso.
A Prati di Tivo si è tenuta una cerimonia semplice ma commovente organizzata dall’Associazione Teknoalp.
Gli sono stati dedicati il Canale di Mezzo, che da oggi si chiamerà “Canale Sabbatini”, e la “Vetta Sabbatini”, sulla via “Smisurata preghiera” aperta di recente da Roberto Iannilli e Luca D’Andrea.
Un modo per rendere imperituro il ricordo di uno scalatore profondo conoscitore di queste montagne, ha spiegato Pasquale Iannetti di Teknoalp, organizzatore della cerimonia di commemorazione.
“In questi giorni stavo rileggendo un romanzo di Alessandro Baricco, Questa storia, e c’è una frase che mi ha colpito particolarmente facendomi pensare a Pino. La frase è questa:
“La gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice”.
Pino aveva sicuramente trovato lo scopo della sua vita, perché la felicità la potevi vedere nei suoi occhi, in ogni momento, ma era ancora più bello vedere con quanta gioia condivideva questa sua felicità con tutti!
Il vero alpinismo, l’alpinismo che mi ha insegnato mio padre, è quello che fai per la gioia di vivere condividendolo con gli altri.
Il Gran Sasso è magico, chiunque ha occasione di farci anche una semplice passeggiata se ne innamora, ne rimane stregato e riserverà anche una piccola parte della sua quotidianità a pensarlo!
Il pensiero del Gran Sasso si porta dietro anche i suoi protagonisti, quelli storici e quelli contemporanei.
Pino era e resterà uno dei grandi personaggi delle nostre montagne.
Ha dato alla montagna tutto, ha prestato la sua immensa esperienza per insegnare agli altri come andar per monti, ha aiutato chi era in difficoltà e ha fatto tutto questo sempre con la modestia che contraddistingue grandi uomini.
Era consapevole dei rischi che correva, li accettava e ci conviveva quotidianamente, Giusto Gervasutti diceva che “L’ebrezza di quell’ora passata lassù, isolato dal mondo nella gloria delle altezze, potrebbe essere sufficiente a giustificare qualunque follia.”
Si scende al compromesso di accettare il rischio per perseguire un bene maggiore, essere felici!
Pino era un uomo felice e così vorrebbe essere ricordato, in allegria! Oggi è la sua giornata ricordiamolo festeggiando!”.
Ad un convegno sull’alpinismo gli venne fatta questa domanda: ma lei perché rischia la vita tutte le volte che va in montagna compiendo le sue imprese? E Detassis rispose spiazzandolo!
“Io vado in montagna perché alla fine della giornata, quando torno al rifugio, bere una birra ha un sapore del tutto diverso!”
Questo è quanto detto da uno degli organizzatori, Eugenio Iannetti, prima di proiettare il filmato montato per ricordare Pino Sabbatini.
Durante la giornata di commemorazione Daniel Corrias e Filippo Evangelisti hanno tentato la salita al Canale Sabbatini, le condizioni della neve hanno reso la salita difficoltosa e per sicurezza hanno acceso i fumogeni ai piedi del canale!
L’organizzazione dell’evento, come detto, è stato curata dall’associazione Teknoalp nella persona di Pasquale Iannetti, con il supporto logistico di Eugenio Iannetti.
L’evento è stato realizzato grazie alla SIGET srl, la scuola sci gran sasso d’Italia, l’associazione Alpinisti del Gran sasso, sponsor ufficiali dell’evento concessionaria Toyota Di Ferdinando di Teramo e l’azienda Agricola Cerulli Spinozzi.
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