NEWS N.54 del 19 Aprile 2016

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Notizie di montagna dal Club 2000m (a cura di Francesco MANCINI Componente del Consiglio Direttivo e Grande Appenninista)

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​​​​​​​​​​​​​​​​​​Marcello ferrazza e italo iachini: i primi grandissimi appenninisti

La copertina di questa settimana è dedicata a questi 2 Grandi Montanari che per primi hanno realizzato l'intero Albo di tutte le Cime che vanno dai 2000m ai quasi 3000m del Gran Sasso D'Italia.



IN FOTO: IACHINI (a sinistra) FERRAZZA (a destra)

Ringrazio Il Presidente Giuseppe ALBRIZIO, Alberto OSTI GUERRAZZI e Carlo CORONATI che mi hanno permesso, con la loro conoscenza storica, di trovare articoli e foto inerenti un avvenimento del passato di cui pochi ne erano a conoscenza.

 11 Settembre 2005

Due anziani alpinisti hanno scalato le 245 cime dell'Appennino Italiano Hanno raggiunto ieri, alle 13.30, la Cima di Femmina Morta (2.423 metri), nel Parco Nazionale della Majella, la n. 245 e ultima delle cime dell'Appennino che si erano prefissi di scalare Marcello Ferrazza, 65enne del Cai di Colleferro, e Italo Iachini, 66 anni del Cai di Ascoli Piceno.

Il loro progetto di salire tutte le vette appenniniche oltre i duemila metri era nato tre anni fa.

I due alpinisti, accompagnati da una folta schiera di appassionati, hanno coronato il loro sogno in una splendida giornata di sole, contribuendo a censire in maniera ancora piu' precisa le cime appenniniche: ne hanno infatti individuate altre 22, oltre a quelle citate nel libro 'I 2000 dell'Appennino', edito dalla casa Editrice Il Lupo che ne passava in rassegna 223.
 
   In questa data entrambi hanno portato a termine un record mai tentato prima: l'ascensione di tutti i «duemila metri» dell'Appennino.

Quasi 250 vette conquistate nell'arco di tre anni con la sola forza delle gambe e dei polmoni, spinti da quell'inesauribile carburante che si chiama passione per la montagna, amore per la natura, piacere del confrontarsi con se stessi ogni giorno, con nessun'altra contropartita che la soddisfazione intima di avercela fatta.

Gli escursionisti, Marcello Ferrazza, 65 anni, del Cai di Colleferro, e Italo Iachini, 66, del Cai di Ascoli Piceno, hanno completato la loro impresa  salendo dalla località Campo di Giove alla Cima di Femmina Morta, di 2443 metri, nel Parco Nazionale della Majella, raggiungendo il loro ultimo «duemila» dell'Appennino tra i 245 esistenti sulle carte dei Club Alpini.

Nel corso della cerimonia ufficiale che ha seguito all'evento, Alberto Osti Guerrazzi, autore del libro «I 2000 dell'Appennino» (casa editrice Il Lupo) ha consegnato ai due arrampicatori una targa ricordo.

Tra l'altro, i due escursionisti, con notevole spirito critico e di ricerca, individuarono all’epoca altre 22 vette appenniniche oltre le 223 censite nel libro, portando il totale a 245 cime, tutte documentate con testimonianze e foto che li ritraggono nel loro lungo peregrinare dall'Appennino Tosco-Emiliano all'Etna.

«Abbiamo percorso più di 1.500 chilometri a piedi - spiegano i due valenti alpinisti -, pari alla distanza che separa Trapani da Trieste, e un dislivello complessivo di 95mila metri, pari a 25 volte l'ascensione all'Everest dal campo base alla cima». 



UN BELLISSIMO ARTICOLO DI ALBERTO OSTI GUERRAZZI SCRITTO IN OCCASIONE DEL TRAGUARDO DI FERRAZZA-IACHINI





Tutti i 2000 dell'Appennino (Edizioni IL LUPO)


 Tanti, proprio tanti: 225, secondo l’autore della guida “I 2000 dell’Appennino”, edizioni Il Lupo; 215 secondo Stefano Ardito; 245 secondo Marcello Ferrazza e Italo Iachini, che per primi, a nostra memoria, hanno salito tutte queste cime...

Una bella impresa, compiuta in 3 anni e alla non indifferente età di 66 anni...

Loro ci tengono, che la loro età sia sottolineata, ed hanno ragione: una delle tante cose belle che offrono i monti è che vi si può andare anche da non più giovanissimi...

Collezionare cime è una sfida che ha sempre attratto gli amanti della montagna, ed è forse una distorsione di quest’ amore, trasformando l’andare per monti da pura avventura estetico - emozionale in sfida sportiva.

Ma la montagna è indubbiamente anche un misurarsi con se stessi e le proprie capacità, è anche sport, e la sfida quindi ci sta tutta.

Anche perché Italo e Marcello queste cime le hanno salite tutte a piedi, percorrendo più di 15.000 km.. e salendo 150.000 metri di dislivello !

Le prime montagne che portarono degli alpinisti a rispondere a questa sfida furono naturalmente le Alpi, la catena dove l’alpinismo è nato, dove si è per prima operata la trasformazione delle montagne da luogo orrido e malvagio in luogo della bellezza e del gioco, il rischioso gioco dell’alpinismo.

E quindi nacque l’idea di collezionare i 4000 delle Alpi; il primo a salirli tutti fu un’oculista austriaco, Karl Blodig, che completò la collezione a oltre 70 anni, per la precisione 73.

Oggi i salitori di tutti i 4000 sono molti, in Italia c’è un club riservato a chi ne ha saliti almeno 32.

Poi venne Messner e la sfida degli 8000, sfida riservata solo a fortissimi. E ancora c’è la collezione dei 7 Summits, le cime più alte dei 7 continenti, compreso il difficile e assai costoso, Antartide; sfida per ricchi, forse, più che per sportivi.

La più antica collezione tuttavia è quella delle cime scozzesi superiori a 3000 piedi 914 metri, che sono un bel numero, 276; il reverendo Robertson la completò in un dossier meticoloso, documentassimo e corredato di belle fotografie;

Ma l’aspetto più accattivante di questo bellissimo documento di amore per la montagna è la scrittura: che non è, come avviene ormai quasi sempre, un testo Word, ma è tutto redatto a mano, con una calligrafia precisa, minuziosa e affascinante.

È Marcello il calligrafo del dossier, mi ha detto che ha usato un suo vecchio pennino; evidentemente, forse per chi ha più di 60 anni, il computer è ancora uno strumento che può lasciar spazio alla pazienza e alla bellezza.

E così, una cima tira l’altra, arrivano al settembre 2005 che ne manca solo una: è nel gruppo della Majella, supera i 2400 metri, si chiama cima di Femmina Morta; nome poco augurale, ma che non scoraggia i due.

Che anzi invitano per l’occasione parenti e amici, spesso compagni nelle loro avventure; ed invitano anche l’autore e l’editore del libro galeotto.

Domenica 11 settembre la giornata è bella, il gruppo folto, ci si riunisce a Campo di Giove, poi si sale verso la Forchetta della Majella, un valico già a quasi 2400 metri; la salita è abbastanza dura e il gruppo si sgrana, Italo cammina davanti, sale svelto e chiacchierando, Marcello rimane nel gruppo di dietro.

Tutti però si aspettano alla Forchetta, ci si ferma a rifocillarsi e ad ammirare l’affascinante pianoro di Femmina Morta. Ora c’è qualche nuvola, non preoccupante; di fronte a noi la mole tondeggiante del monte Macellaro, di oltre 2600 metri, salito da Marcello e Italo, quando?

Verso nord, lontano, monte Amaro, la seconda vetta dell’Appennino (2793 m), con sulla vetta la piccola macchia rossa dl Bivacco Pelino.

Finiamo di bere e mangiare, aspettiamo gli ultimi, poi tutti insieme verso la facile cima di Femmina Morta (2423 metri);

Italo e Marcello vi pongono il piede allo stesso momento, tutti applaudiamo, la sfida è terminata, ora è il tempo per le feste, gli sfottò e le risate, i brindisi e le foto.

Tutti abbiamo indosso una maglietta con su scritta la cifra magica, 245. 




ALLERTA PIANI DI PEZZA


Per una maggiore conoscenza del grave problema che si sta presentando Vi allego due foto sulle ipotesi in atto dei nuovi impianti che vorrebbero costruire.



Questo affinchè possiate poi seguire meglio il problema monitorandolo costantemente sui Social oppure sui siti specializzati.


 

societa' editrice e ricerche: grandi e commoventi storie del passato



Ringrazio Alberico ALESI e Maurizio CALIBANI per averci raccontato sul Social di Facebook le storie che mi permetterò di allegare qui sotto affinchè queste cronache del passato possano rimanere a memoria dei futuri appassionati di montagna tramandate da questi 2 Grandi Alpinisti e Storici di montagna oltre che Editori di questa Casa Editrice che ci permette di conoscere passato presente e futuro di tutte le montagne del nostro Appennino.

 " L’Avventura, si sa, ha bisogno di una dose di coraggio, ma anche di una bella manciata di follia. Allora non esiste periodo migliore per parlarvi dei più bei racconti che hanno caratterizzato le ascese sui Monti Sibillini dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni ’30.

Inoltre, per questi Monti, il mese di Marzo fu molto pericoloso a causa delle valanghe: dunque dedicheremo i primi due appuntamenti proprio a questi avvenimenti.

Affronteremo insieme un bel percorso con la speranza che voi siate curiosi e affamati di vecchie storie. Quindi seguiteci e non perdete neanche un post, perché abbiamo tante curiosità in serbo per voi! 

Conoscete il Rifugio Cichetti? Fu costruito intorno al 1933 nei pressi del Lago di Pilato, su un rilievo a destra di chi arrivava da Foce, poco dopo la sorgente del Lago.



Fu molto desiderato, faticosamente costruito e… malauguratamente distrutto!

Nel Marzo del 1934 la costruzione venne COMPLETAMENTE disintegrata da una valanga precipitata dal versante Ovest del Vettore, una valanga tanto spaventosa quanto insolita.

I primi uomini arrivati sul luogo ebbero l’impressione di uno scoppio formidabile avvenuto nell’interno del Rifugio, quasi come se ci fosse stata un’esplosione!

Fortuna nella sfortuna: vi furono danni solo alle cose.

Inimmaginabile è per noi comprendere ciò che i sostenitori, i progettisti ed i costruttori provarono quel giorno: furono colpiti dolorosamente in quella che era la loro più tenace e fervida aspirazione.

Ancora oggi è possibile riconoscere il piano basale del fu Rifugio Cichetti, dedicato alla memoria del valoroso Paolo Emilio Cichetti (restate collegati alla nostra pagina per scoprire le imprese e le avventure di questo grande uomo!).

Che dite, vi sarebbe piaciuto usufruire di un rifugio nei pressi del Lago di Pilato?



Fatecelo sapere in un commento e fateci sapere cosa pensano i vostri amici, condividendo questo post con loro e farli entrare nella magia dell’avventura. 

Questa e tante altre storie sono presenti nel libro “monti Sibillini - Racconti di salite dal 1420 al 1935” edito da Società Editrice Ricerche.

Cosa aspettate? Siate curiosi!

Per ordinarla e acquistarla on-line sul nostro sito, cliccate il seguente link: http://www.edizioniser.com/…/monti-sibillini-racconti-detail

Restate sintonizzati con la Pagina Ufficiale della Società Editrice Ricerche e non perdete il prossimo appuntamento con un’altra devastante valanga! "


 
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TUTTI ALLA FESTA DEGLI ZAINI IN SPALLA




​​​​​​FESTA DEL CAI DI ALATRI

 

Tra le varie manifestazioni in programma nel 2016 per la ricorrenza del 70°anniversario della sezione, il CAI di Alatri organizza il 2° concorso fotografico.

La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti.

“L’intenzione del concorso è quella di sensibilizzare il pubblico alle tematiche ambientali; promuovere, anche attraverso l’uso della  fotografia, il rispetto, la tutela e la conservazione dell’ambiente montano.

Con il tema “Oltre il Sentiero – impressione di un cammino”, ogni partecipante dovrà cercare di imprimere nella foto, non il classico “panorama” ma il racconto di un’escursione tramite l’originalità e la particolarità dello scatto, cercando  di infondere a chi guarda l’immagine, la stessa emozione provata  attraversando l’ambiente montano”.



Tutte le foto dovranno pervenire entro il 06 maggio 2016.

Dal  21 maggio al 5 giugno 2016  sarà allestita una mostra  presso il Chiostro S. Francesco – Alatri (FR).

La giuria, composta da  esperti nel campo della fotografia, della comunicazione, dell’arte e dell’ambiente, premierà tre foto.


CAI PALESTRINA: MERCOLEDI' 20 APRILE



ROMA: SERATA RRTREK GIOVEDI 21 APRILE




CAI L'AQUILA: SABATO 23 APRILE



APPROFONDIMENTI


 
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